Oltre al magistrato Marco Petrini, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Dda di Salerno e culminate con l'emissione di un'ordinanza cautelare emessa dal Gip salernitano ed eseguita da personale del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Crotone, dello Scico e di altri reparti delle Fiamme gialle (LEGGI QUI) figura centrale del sistema corruttivo era un insospettabile medico in pensione ed ex dirigente dell'Azienda sanitaria di Cosenza.
Il medico, secondo quanto emerso, "stipendiava" mensilmente il magistrato per garantirsi il suo asservimento e procacciava nuove occasioni di corruzione proponendo a imputati in primo grado o loro parenti, e a privati soccombenti in cause civili, decisioni favorevoli in cambio di denaro, beni o altre utilità.
Le attività, documentate attraverso intercettazioni audio e video, hanno portato anche alla luce un'azioni corruttiva riguardante l'ottenimento di un vitalizio da parte di un ex consigliere regionale, condannato nel 2004 a sei anni di reclusione e a interdizione perpetua per reati tra i quali 110 e 416 bis, perciò decaduto dal beneficio, ma anche ad agevolare alcuni candidati impegnati per il superamento del concorso per l'abilitazione alla professione di avvocato.
Le indagini hanno inoltre accertato, grazie a ricostruzioni bancarie e conversazioni intercettate, la grave situazione finanziaria del magistrato alla base della sua costante necessità di approvvigionarsi di denaro. Durante una perquisizione nell'abitazione del magistrato è stata trovata e sequestrata la somma contante di 7 mila euro custodita all'interno di una busta. Numerose le perquisizioni condotte nei confronti di altri coindagati, di terzi e di società.
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