di EDOARDO CORASANITI
Il Giudice dell’udienza preliminare di Viterbo ha assolto Bruno Russo per non aver commesso il fatto.
Il 29enne di Vibo Valentia era accusato di traffico di sostanze stupefacente (ex articolo 73 Dpr ‘90) nell’ambito del processo nato dall’operazione “Giardini Segreti”, che ha portato 18 persone in carcere su 21 indagati. Un presunto business di traffico di sostanze stupefacente valeva almeno 20 milioni di euro. A Russo erano toccati gli arresti domiciliari su disposizione del GIP di Catanzaro.
Dopo la trasmissione degli atti a Viterbo, a cui faceva seguito una nuova richiesta di custodia cautelare che veniva rigettata dal GIP del comune laziale, Russo era libero. Difeso dall’avvocato Giuseppe Spinelli, il 29enne che ha optato per il rito abbreviato era stato coinvolto nel blitz della Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri a luglio del 2018. In particolare, il capo di imputazione si riferiva al trasporto di “una ingente quantità di sostanza stupefacente” da Vibo Valentia a Viterbo.
Per questo motivo, la competenza territoriale è stata spostata nel Lazio. Il difensore ha rilevato l’inattendibilità delle dichiarazioni accusatorie del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso sul piano della riconducibilità dello stupefacente sequestrato a Russo.
Ha chiarito, inoltre, l’assenza di qualsiasi contatto telefonico tra Russo ed i Franzè e Nobile a carico dei quali era stato sequestrato la droga, dimostrando così l’impossibilità di ricondurre l’utenza intercettata all’imputato.
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