
Pene che vanno dall’ergastolo ai 4 anni di reclusione per i sedici imputati, giudicati con rito abbreviato, nell’ambito del processo Habanero, nato da un’inchiesta della Dda di Catanzaro, che ruota attorno alla gestione di attività illecite nella zona delle Preserre vibonesi. E' quanto chiesto dal pubblico ministero antimafia Andrea Buzzelli.
LE RICHIESTE
Cosimo Bertucci, 50 anni di Orbassano (TO) 12 anni e 3 mila euro di multa
Francesco Bertucci, 51 anni, Nichelino (TO) 12 anni e 3mila euro di multa
Cristian Domenico Capomolla, 36 anni, Acquaro (VV) 12 anni,
Francesco Capomolla, 41 anni, Gerocarne (VV) ergastolo;
Francesco Antonio Ciconte, 28 anni, Mazzè (TO); 10 anni e 3mila euro di multa;
Domenico Fusca, 43 anni, Dasà (VV); 15 anni
Giorgio Galiano, 49 anni, Vibo Valentia (VV) 12 anni;
Sandro Ganino, 40 anni di Acquaro (VV), 12 anni;
Nicola Antonio Papaleo, 65 anni di Rosarno (RC), 10 anni;
Rodolphe Pinto, 63 anni, di San Salvo (CH), 10 anni;
Rinaldo Loielo, 30 anni di Rondissione (TO), 10 anni e 3mila euro di multa;
Luca Marano, di Chieti, 4 anni;
Vincenzo Pisano, 30 anni di Gerocarne (VV), 16 anni;
Francesca Silipo, 39 anni, di Acquaro (VV), 4 anni;
Giuseppe Taverniti, 47 anni, di Brandizzo (TO),15 anni
Francesco Tarzia, 42 anni di Acquaro (VV), 12 anni.
LE INDAGINI
La ‘ndrangheta tra tradizione con un occhio alla modernità. Da un lato i metodi arcaici e violenti, esemplificati nelle armi da guerra usati per una strage efferata, dall’altro la capacità di proiettarsi oltre i confini della Calabria per espandersi in mezza Italia e in Europa. Erano queste le dinamiche che muovevano il “locale” di Ariola, cosca attiva nelle Preserre della provincia di Vibo Valentia, disarticolata da un blitz dei carabinieri coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Dinamiche delineate in una conferenza stampa nella sede della Procura di Catanzaro dall'allora procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla e dai vertici dell’Arma dei carabinieri tra cui il vicecomandante generale del Ros Gianluca Valerio e il comandante provinciale dell’Arma di Vibo Valentia Luca Toti. Nel mirino degli investigatori, in particolare, la ‘ndrina Maiolo, il cui baricentro di azione è stato individuato storicamente in una vasta area montana che comprende diversi Comuni tra cui Gerocarne ed Acquaro: l’operazione dei carabinieri ricostruì l’assetto di comando ma anche quello “militare” di questa cosca, che si era imposta sul territorio a suon di attentati e di agguati, come quello che nell’ottobre del 2003 portò all’uccisione, con 14 colpi di calibro 12, di tre persone in quella che è passata agli annali come la “strage di Ariola”, per la quale i militari dell’Arma arrestarono mandanti ed esecutori.
La difesa degli indagati è affidata agli avvocati Vincenzo Cicino, Sergio Rotundo, Nicola Loiero, Massimo Scuteri, Antonio Barilaro, Beatrice Biamonte, Ilario Tripodi, Lucio Canzoniere, Sandro D’Agostino, Alessandro Diddi, Giuseppe Di Renzo, Francesco Schimio, Giuseppe Gervasi, Vincenzo Sorgiovanni, Pamela Tassone e Luca Cianferoni.
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