Operazione "Ikaros". Come avvocati e poliziotti a Crotone favorivano l'immigrazione clandestina

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  17 febbraio 2021 13:06

Spavaldo. Forte della sua esperienza acquisita. Così per gli inquirenti era  l’avvocato Salvatore Andrea Falcone, del foro di Crotone, coinvolto, tra gli altri, nell'inchiesta denominata "Ikaros". Era lui  ad offrire ai suoi clienti stranieri, già presenti in Italia, la propria attività di assistenza, che non si limitava alla ordinaria attività di assistenza legale, ma forniva una pluralità di servizi per fargli ottenere un titolo che garantisse loro la permanenza in Italia.

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E non sembrava per nulla "spaventato" dai controlli. Anzi. Si mostrava tranquillo. "Se pure loro vogliono controllare, cioè devono andare da lui di persona e di persona non ci vanno perché non controllano. Al massimo possono andare la polizia municipale, non vanno tranquillo. La polizia municipale non gliene fotte un cazzo". 

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Così si legge nelle carte dell'ordinanza  dell'operazione denominata in codice "Ikaros" attraverso la quale gli investigatori hanno  scoperto l'esistenza di due associazioni che favorivano attraverso una serie di attività illecite la permanenza di extracomunitari nel territorio italiano.

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Ma anche  gli avvocati Sergio Trolio, Irene Tiricino e Gabriella Panucci "che con il fondamentale supporto di interpreti effettivi presso la Questura,  di poliziotti in servizio presso l’Ufficio immigrazione, "favorivano la permanenza di soggetti iracheni maggiorenni che, pur non essendo stabilmente residenti in Italia, giungevano regolarmente in possesso di visti turistici di breve periodo rilasciati da paesi dell’Ue per ricevere la protezione internazionale ed ottenere illecitamente un più lungo periodo di soggiorno sul territorio nazionale" .

E Gianluca Malena, collaboratore dell'avvocato Falcone, che, "consapevole della falsa documentazione, interveniva quale alter ego del Falcone nell'attività di assistenza".

E poi c’era l’assistente della polizia di Stato Salvatore Panciotto, effettivo presso l’ufficio immigrazione della Questura di Crotone, e Meo Rocco, assistente capo della Polizia di Stato presso l'Ufficio immigrazione della Questura di Crotone.  

E il vigile un agente della polizia locale, Alfonso Bennardis che scambiava informazioni anche con l'avvocato Falcone in merito alla presenza di due soggetti iracheni. 

Ma anche  il segretario della Commissione per il  riconoscimento del diritto d’asilo di Crotone, Gennaro Mazza, che, avvalendosi delle funzioni svolte, avrebbero per gli inquirenti favorito la permanenza di maggiorenni di origine irachena.  

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