Operazione “’Mbasciata”: tentata estorsione con metodo mafioso. Ancora arresti nel vibonese

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Foto d'archivio delle automobili dei carabinieri
  11 ottobre 2019 12:03


Nel pomeriggio di ieri, 10 ottobre 2019, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Serra San Bruno, supportati nella fase esecutiva dai militari del Nucleo Investigativo di Vibo valentia e della Sezione Radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia, hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere nei confronti di Franzone Domenico, cl.1957, originario di Vibo Valentia.

L’arresto è da inquadrarsi nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “’Mbasciata”, per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Le indagini hanno avuto inizio nel mese di febbraio 2018 quando due imprenditori edili, originari di Arena (VV), hanno denunciato un tentativo di estorsione posto in essere in più occasioni tra Vibo Valentia e Arena.
Nella circostanza, i due imprenditori, fratelli tra di loro, hanno denunciato che mentre stavano eseguendo un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo di Provincia, ottenuto mediante affidamento diretto, sono stati avvicinati in almeno 3 circostanze da:
- PISANO Emilio, originario di Gerocarne – Fraz. Ariola, cl. 69;
- PUNTORIERO Vincenzo, originario di Rosarno, ma domiciliato in Vibo Valentia, cl. 54,
entrambi già arrestati lo scorso 14 febbraio.

In un’altra circostanza uno dei titolari della ditta che doveva eseguire i lavori in Vibo Valentia, era stato avvicinato, in una piazza del centro cittadino, tra gli altri, anche dal Franzone. Inizialmente, non era stata emessa misura nei confronti di quest’ultimo ma, in seguito all’appello proposto dal Pubblico Ministero della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, la Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catanzaro aveva disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dello stesso Franzone. Avverso tale provvedimento, il destinatario del provvedimento ha presentato ricorso presso la Corte di Cassazione che, però, si è pronunciata circa l’inammissibilità dello stesso.
I militari, quindi, nel pomeriggio di ieri, hanno eseguito subito la misura cautelare.

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