Operazione Scolacium, l'imprenditore Tolone si dichiara innocente e poi tace: parlano i pentiti

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images Operazione Scolacium, l'imprenditore Tolone si dichiara innocente e poi tace: parlano i pentiti
Il procuratore Vincenzo Capomolla durante la conferenza stampa
  27 febbraio 2024 12:28

di STEFANIA PAPALEO

"Sono estraneo a tutti i fatti". Poche parole, una breve dichiarazione spontanea e, poi, il silenzio. L'imprenditore Vincenzo Tolone (cl 78) di Girifalco, affiancato dall'avvocato Giampiero Mellea, ha affrontato così l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Flesca che lo ha trascinato in carcere, all'alba di giovedì 22 febbraio, con l'accusa di essere vicino al clan Caterisano. Si è avvalso della facoltà di non  rispondere, dunque, l'indagato, rispetto alle accuse che gli attribuiscono un ruolo chiave nella gestione dei lavori pubblici in odor di 'ndrangheta sul territorio, estorsioni incluse.

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LE INDAGINI
Sono tanti gli episodi ricostruiti dai carabinieri nel corso delle indagini che li hanno visti stare col fiato sul collo di boss e picciotti di due clan locali e in guerra tra loro, fino a stringere il cerchio su 22 persone, tra i membri dei sodalizi Catarisano (operante tra Roccelletta di Borgia, Borgia, Cortale, Girifalco e zone limitrofe, nonché nelle aree industriali di San Floro e Germaneto di Catanzaro) e Bruno (egemone nei territori di Vallefiorita, Amaroni, Squillace e aree limitrofe), portando alla luce estorsioni, minacce, danneggiamenti, traffico di armi e droga, fabbricazione di ordigni esplosivi e sequestro di persona, nell'ambito delle accuse più gravi di associazione di tipo mafioso armata e concorso esterno in associazione mafiosa. 

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LE ESTORSIONI RACCONTATE DAI PENTITI
A delineare il presunto ruolo di Tolone, operante nel settore produzione e vendita di calcestruzzo, sono stati anche i collaboratori di giustizia Salvatore Danieli, Dante Mammolo e Santo Mirarchi, che, su domande precise del procuratore Vincenzo Capomolla, lo hanno definito come l'uomo del clan addetto a controllare tutti i lavori in corso e quelli ancora da fare, con richieste estorsive alle ditte e intimidazioni tramite bottiglie incendiarie e cartucce lasciate nei cantieri presi di mira. Tra le vittime eccellenti, lo stabilimento Acqua Calabria a Montecovello, dove, dopo un primo segnale lanciato con bottiglie incendiaria e accendino, proprio il Tolone avrebbe portato una bomba di due chili per essere più convincenti,

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L'INCENDIO DELL'AUTO PER VENDETTA
Nello specifico, a Tolone, oltre all'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata a commettere una serie di reati fine, viene contestato di aver dato mandato a Francesco Migliazza di dare fuoco a un'auto parcheggiata a Lamezia Terme, dietro compenso di 300 euro, per vendicarsi del proprietario del mezzo "reo" di avere infastidito la sua compagna.

IL RUOLO DI TOLONE NELLA SPARTIZIONE DEI SOLDI TRA LE DUE COSCHE
Stando sempre a quanto raccontato da uno dei collaboratori di giustizia sentiti dalla Dda, a partire dal 2015 Tolone assunse un ruolo importante quale referente della cosca Caterisano per la spartizione dei proventi delle estorsioni con la cosca rivale Bruno, tanto da aver preso parte a un incontro chiarificatore che portò all'incasso totale delle mazzette ricavate su Girifalco da parte del suo clan, senza riconoscere alcuna percentuale ai Bruno.

Insomma, una sorta di boss sul territorio, "uno che lì comanda", diceva qualcuno nelle intercettazioni ambientali trascritte dai segugi dell'Arma, che adesso tengono gli occhi ben puntati su accuse ancor più gravi mosse a Tolone dai collaboratori di giustizia in riferimento agli omicidi di Vito Tolone e Giovanni Bruno. Ma queste sono altre storie, da approfondire e raccontare successivamente. Ora restano le accuse dalle quali Tolone ha deciso di difendersi in una fase successiva dell'indagine, secondo una ben precisa strategia difensiva decisa per lui dall'avvocato Mellea, suo difensore di fiducia (continua)

LEGGI QUI CRONACA DEL BLITZ E I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI

LEGGI QUI LE ACCUSE AGLI IMPRENDITORI

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