Operazioni sotto copertura nel processo penale, la Calabria 'incontra' la Toscana in un convegno

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  26 marzo 2022 19:31

Si è tenuto ieri presso l’auditorium virtuale della Fondazione dell’Ordine degli Avvocati di Firenze, il
primo convegno nazionale di formazione forense sullo specifico argomento delle attività di investigazione
“sotto copertura” della polizia giudiziaria nel contesto delle indagini preliminari. L’incontro in modalità
web seminar è stato organizzato dal Movimento Forense del capoluogo toscano, in collaborazione con il
Dipartimento di Diritto e Procedura penale “Cesare Beccaria”, istituito presso l’Associazione Italiana Giovani Avvocati di Catanzaro.

Il convegno ha preso spunto da una recente pubblicazione scientifica dell’avvocato Marco Grande
(docente di Procedura penale e condirettore del Dipartimento “Cesare Beccaria”), dal titolo Le attività di
investigazione sotto copertura nel processo penale, comparsa sulla Rivista giuridica di «classe A»
dell’Ateneo catanzarese – Ordines. Per un sapere interdisciplinare sulle istituzioni europee. Lo scritto è
liberamente consultabile (modalità open acces) sul sito della Rivista giuridica.
Seguendo il tracciato del lavoro di ricerca di M. Grande il seminario si è occupato di individuare chi siano
gli “agenti infiltrati” che compiono attività d’indagine “sotto copertura”, quale sia l’ambito oggettivo di
queste investigazioni, se gli agenti possano o meno spingersi fino al punto di istigare l’indagato. E ancora,
se nella successiva fase dibattimentale, si terrà conto – ai fini della decisione – delle attività di indagine
compiute nonché sul riflesso che ha la condotta dell’agente infiltrato sulla genuinità della prova. In primo
luogo, si è quindi proceduto all’individuazione dei soggetti che sono inseriti nel contesto di queste
peculiari tecniche di investigazione e del loro specifico ambito di operatività. In secondo luogo, si sono
affrontate le tematiche riguardanti l’utilizzabilità nel dibattimento degli atti di indagine compiuti durante
le operazioni undercover, nonché le problematiche sottese all’assunzione della testimonianza degli agenti.
Segnatamente, dopo i saluti istituzionali dell’avvocato Salvatore Medaglia (presidente della sezione
fiorentina del Movimento Forense e consigliere dell’Ordine degli avvocati di quel capoluogo, originario
di Catanzaro), sono iniziati i lavori, introdotti e moderati dall’avvocato Mirella Rechichi (docente di
Diritto penale e di Diritto processuale penale presso la Scuola Zincani).
Ha preso poi la parola l’avvocato Marco Grande che ha tracciato una panoramica generale, in chiave
sistematica, sulla normativa di riferimento, sulle categorie soggettive, sulle fattispecie di reato che
possono essere oggetto di queste tecniche speciali di investigazione e sulle tipologie di attività “sotto
copertura”.
Il secondo intervento dell’avvocato Enrico Zurli (consigliere dell’ordine di Firenze e docente di procedura
penale) ha focalizzato l’attenzione sui recenti sviluppi normativi contenuti nella legge n. 3/2019, quindi
sulle attività sotto copertura nel contrasto ai fenomeni corruttivi, anche tramite la proiezione di alcune
slide.

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È poi intervenuto il dottor Romano Gallo (sostituto procuratore della Repubblica presso la D.D.A. di
Catanzaro) che dopo aver fatto alcune premesse metodologiche, sul concreto dispiegarsi delle attività
undercover nella prassi, ha illustrato un caso di operazioni “sotto copertura” a carattere transnazionale
(tra Italia e Colombia), condotto dalla Procura di Catanzaro, descrivendo poi molte problematiche
connesse alla genuinità della prova penale raccolta nell’ambito di queste attività investigative.
In ultimo l’avvocato Mirella Rechichi ha chiesto all’autore della pubblicazione di concludere, anche alla
luce delle proposte de jure condendo già cristallizzate nel suo scritto. L’avvocato Grande ha allora
illustrato la sua proposta di modifica normativa al c.d. statuto delle operazioni “sotto copertura” (art. 9
della l. 146/2006), sia per prevedere espressamente, nei casi in cui sia necessario differimento degli atti
della polizia giudiziaria, un’ipotesi di arresto fuori dai casi di flagranza, sia di consentire al P.M., nei casi
di “consegne controllate” di emettere un decreto di urgenza, prima dell’autorizzazione del Giudice, al pari
di quanto già previsto nella disciplina delle intercettazioni.
Nutrito è stato l’interesse di un pubblico davvero molto numeroso presente al seminario, posto che si è
trattato del primo convegno nazionale in ambito forense su questo specifico, complesso, poco conosciuto
ma quanto mai affascinante argomento del Diritto processuale penale. 

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