"Abuso della veste pubblica": il gip di Catanzaro dipinge così la presunta condotta di Luciano Crispino, dipendente di Poste Italiane, accusato di far parte di un'associazione a delinquere con l'obiettivo di falsificare testamenti per ricavarne un guadagno. Insieme a Crispino, è finito in carcere anche Marco Scalzo: "La valutazione complessiva della dinamica relazionale tra il pubblico ufficiale e il privato dimostra che l'accertato abuso della veste pubblica è il risultato del patto corruttivo, realizzato da entrambi i protagonisti della vicenda". Un caso giudiziario che ieri ha portato all'arresto di nove persone, tra cui anche un avvocato.
Secondo il gip che emesso l'ordinanza di custodia cautelare, Crispino avrebbe avuto accesso abusivamente alla banca dati in uso a Poste Italiane, utilizzando le proprie credenziali o quelle di altri dipendenti; da lì procacciava potenziali vittime del presunto raggiro messo in piedi dall'organizzazione: persone senza eredi con cospicue somme di denaro depositate o investite presso l'ente postale, per le quali era possibile creare un testamento olografo falso, ponendo quali eredi soggetti appartenenti all'organizzazione, per poi riscuotere tutti gli investimenti.
Blitz nel catanzarese: i testamenti falsi e i "regali della mamma" per nascondere le presunte truffe
Secondo l'accusa, Scalzo e Crispino hanno cercato insieme i soggetti idonei per finire in questa rete: Scalzo avrebbe suggerito i nominativi e Crispino effettuava le ricerche, mandando foto degli accertamenti effettuati a Scalzo, esprimendo il proprio parere. E rispondendo alle richiesta con l'espressione: "Ora vedo".
Gli indagati devono rispondere a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa, falsità in testamenti, riciclaggio ed auto riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico e corruzione. In particolare, sono destinatari della misura della custodia cautelare in carcere 2 indagati - Marco Scalzo, 34 anni di Catanzaro e Luciano Crispino, 61 anni di Catanzaro - mentre altri 7 sono sottoposti alla misura degli arresti domiciliari: Elio Raffaele Bruno, 57 anni di Catanzaro, Gianfranco Cappellano, 27 anni di Catanzaro, Sara Moumen , 28 anni di Casablanca (Marocco), Giuseppe Aiello, 39 anni di Crotone, Sonia Matera, 55 anni di Milano, Roberto Barbuto, 57 anni di Catanzaro e Ortenzia Fabiano, 63 anni di Gimigliano.
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