di DOMENICO MINNITI*
ho letto con molta attenzione le Sue considerazioni che accompagnano, sul sito istituzionale della Regione, l’Ordinanza n° 85.
Ammesso che non si sollevino dubbi di legittimità sulla stessa, riscontro, ahimè, una certa dissonanza tra la propositività delle prime ed l’impatto di potenziale dubbia efficacia sulla tutela della salute dei calabresi della seconda.
Mi rendo perfettamente conto che, nel brevissimo lasso di tempo avuto a disposizione, dal Suo insediamento ad oggi, il dover far fronte all’onda d’urto d’intensità via via crescente che ci sta investendo e, soprattutto, il governo dello tsunami che ha travolto la struttura commissariale, l’abbiano encomiabilmente indotta a prendere una perentoria decisione. E di questo coraggio, Le sono sinceramente grato.
Ma l’efficacia delle cure e dell’assistenza, Onorevole Spirlì, necessitano di un minimo di serena ponderazione. Di un’attenta analisi dei punti di forza e di quelli di debolezza, delle minacce e delle opportunità dell’azione che si intende avviare.
Necessitano di tutto quel tempo che gli Organi Istituzionali della Regione avrebbero avuto a loro disposizione dalla primavera ad oggi, ma che hanno colpevolmente ed inutilmente lasciato trascorrere cullandosi sugli allori di un successo probabilmente solo fortuitamente ottenuto.
Settantaquattro nuovi posti ordinari da dedicare a pazienti sintomatici diluiti nella immensa provincia bruzia sono per esempio, Onorevole Spirlì, l’equivalente di una goccia d’acqua nel deserto.
Lo stesso potremmo dire per i nuovi dieci posti di Terapia Intensiva destinati all’area nord, per i quali non è chiaramente specificato se andranno a raddoppiare quelli già presenti a Cetraro e a Rossano, o se invece serviranno per realizzare un Covid Hospital in uno dei due Spoke in cui centralizzare l’assistenza ai SARS Cov 2 positivi, lasciando l’altro nelle condizioni di garantire una risposta ai pazienti affetti da patologie No-Covid.
Opinabile poi anche la scelta di attivare venti posti Covid 19 nel presidio ospedaliero di Soveria Mannelli, a meno che non si metta prima, lo stesso, nelle condizioni di poter assistere questi pazienti. Mi si dice, ma potrei anche sbagliarmi, che manchino i medici radiologi, che siano presenti (e neanche in maniera continua, dato il numero esiguo rimastone) solo i tecnici sanitari di radiologia che, quando in servizio, utilizzano (almeno questo, grazie al Cielo) la trasmissione delle immagini al presidio ospedaliero di Lamezia. Di analoga criticità sarei altresì a conoscenza, relata refero sulla quale mi riservo pertanto di verificarne la sussistenza, a carico del laboratorio di analisi, che addirittura, per il medesimo motivo, sarebbe chiuso il sabato e la domenica. Sempre che non si decida di utilizzare il presidio del Reventino solo come semplice struttura alberghiera.
Ma andrebbe chiaramente specificato perché, in caso contrario, mi sarei aspettato di veder pubblicati, contestualmente alla Sua ordinanza, non dico i bandi di concorso a tempo indeterminato per le figure professionali mancanti (magari anche qualche medico radiologo, che non guasta mai), ma neanche avvisi a tempo determinato, per i quali il DL 18/2020 s.m.i. ha financo individuato le risorse finanziarie. Quelle risorse che mi piacerebbe sapere dove sono state allocate in attesa di essere utilizzate, prima che vadano definitivamente perdute.
Anche su Villa Bianca, da più colleghi indicata, giustamente e da mesi, struttura idonea per essere adibita a Covid Hospital, resta la perplessità circa la destinazione d’uso di quei cento posti, senza un minimo di programmazione che non sia avulso dal contesto cittadino.
Vale, per i quaranta posti di Gioia tauro, lo stesso ragionevole dubbio relativo alle risorse disponibili in loco.
Egregio Onorevole, sulle chat social di molti dei miei colleghi rimbalza oggi l’ordinanza 85 farcita di commenti non tutti favorevoli, ma soprattutto di tanta perplessità. Non sono convinto, ma spero sinceramente di sbagliarmi per il bene dei miei corregionali, che questa sia la strategia più giusta per tamponare l’epidemia.
La necessità di reagire prontamente, che comprendo e condivido in pieno, può però, condizionata dalla fretta, portare a scelte discutibili.
Così come un ventilatore, da solo, non crea un posto di terapia intensiva, allo stesso modo un letto in corsia, da solo, senza un’adeguata pianificazione d’intervento relativa a logistica, uomini e mezzi non crea, come per magia, l’assistenza all’ammalato.
Ed in ogni caso siamo ancora lontani anni luce, alle nostre latitudini, dal disposto del DL 34 in ordine ai posti letto da destinare ai pazienti positivi al SARS Cov 2.
In Calabria esistono Società Scientifiche ed Organizzazioni Sindacali di Categoria Medica, Veterinaria e Sanitaria disponibili nel dare il loro contributo a scelte che abbiano un fondamento tanto scientifico quanto normativo in materia di organizzazione del lavoro. C’è chi se n’è accorto troppo tardi e ne ha manifestato pubblicamente il rimpianto. E c’è chi, ancora, è in tempo per cogliere opportunità di istituire una task force multidisciplinare.
*Presidente AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza ed Area Critica Sezione regionale Calabria)
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