Ordini dei Tecnici e delle Professioni Sanitarie: "Rivedere linee guida per istituire nuove posizioni dirigenziali regionali"

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L'ingresso della Cittadella regionale
  24 febbraio 2021 23:26

Una missiva indirizzata al presidente facente funzioni della giunta regionale, Nino Spirlì, al commissario ad acta Guido Longo, al direttore generale del dipartimento della Salute della Regione, Francesco Bevere, da parte degli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Cioè che viene chiesto nella missiva è di rivedere il numero di nuovi dirigenti da istituire nell'ambito delle professioni sanitarie. In particolar modo, secondo quanto asserito nella lettera, andrebbe rivisto il punto n°54 delle Linee guida.

"La consultazione delle linee guida di indirizzo per la redazione dei nuovi Atti aziendali degli Enti del Servizio Sanitario Regionale, emanate con DCA n. 31 del 18.02.2021, ha purtroppo evidenziato il persistere di una, forse involontaria, sottovalutazione del ruolo e delle responsabilità che la normativa nazionale affida alle Professioni Sanitarie nel loro complesso. Nell’ambito del personale in servizio nel SSR, le professioni sanitarie rappresentano, infatti, circa il 50%
dei dipendenti, e ad esse è affidata per legge la gestione di fondamentali processi tecnico e sanitari, imprescindibili per la corretta formulazione dell’offerta di salute delle nostre Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere. Ulteriormente, le normative di cui alle leggi n. 42/1999, n. 251/2000, n. 01/2002 e 43/2006, hanno, oramai da oltre vent’anni, istituito le professioni infermieristiche, la professione sanitaria ostetrica, le professioni sanitarie riabilitative, le professioni tecnico-sanitarie, a loro volta distinte in un'area tecnico-diagnostica e un'area tecnico-assistenziale, le professioni tecniche della prevenzione, le professioni dell’area sociale. Una normativa che, sia bene ribadirlo, va in direzione dell’istituzione delle “dirigenze” delle professioni sanitarie, quale metodo di valorizzazione dei ruoli e delle autonomie, appunto, delle singole figure professionali", scrivono gli Ordini.

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"Ebbene, le linee guida da ultimo adottate vanno purtroppo in una diversa direzione: il punto n.48 prevede l’istituzione di un dirigente delle professioni sanitarie, cui viene attribuito il coordinamento di 3 aree organizzative funzionali, per poi prevedere, al successivo punto n. 54, l’istituzione obbligatoria di un
dirigente delle attività infermieristiche e di un dirigente delle attività di riabilitazione. Al netto dell’encomiabile decisione di prevedere l’istituzione di 3 figure dirigenziali dedicate, appare francamente incomprensibile la scelta di non prevedere l’attivazione di 3 ulteriori posizioni dirigenziali dedicate, rispettivamente, alle professioni tecnico-sanitarie, alle professioni tecniche della prevenzione, alle professioni sanitarie dell’area sociale. Trattasi, certamente, di un mero errore materiale, che abbisogna, altrettanto certamente, di immediata correzione. In buona sostanza, riteniamo che la pari dignità tra le professioni sanitarie sia un valore indiscutibile: l’occasione fornita dall’adozione di queste linee guida, sul punto non concertate con gli ordini
professionali di riferimento, rischia ad oggi, di essere vanificata in favore di scelte difficilmente sostenibili anche sul piano della pura logica di sistema", continuano.

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"Chiediamo, pertanto, che l’attuale strutturazione del punto n. 54 delle linee guida per l’adozione degli Atti Aziendali degli Enti del SSR venga modificata prevedendo l’obbligatoria istituzione, accanto al dirigente delle professioni sanitarie, delle attività infermieristiche e delle attività di riabilitazione, di ulteriori figure dirigenziali dedicate, alle professioni tecnico - sanitarie, alle professioni tecniche della prevenzione e alle professioni sanitarie dell’area sociale. Crediamo che questa richiesta vada nel senso di quanto suggerito quotidianamente dall’evoluzione professionale dimostrata sul campo dai vari professionisti afferenti a tali aree, guadagnata attraverso importanti percorsi formativi, e testimoniata dalla imprescindibilità del loro apporto rispetto ad
un’appropriata offerta di salute. Tutto ciò premesso, chiediamo ulteriormente una urgente e diretta interlocuzione con le SS.LL., affinché si possa costituire un tavolo di serena e fattiva discussione in cui esporre compiutamente le ragioni del nostro Ordine professionale", conclude la nota congiunta. 

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