di LINO PUZZONIA
Continua la ridda di interventi, più o meno estemporanei e improvvisati, che ipotizzano e propongono il destino della sistemazione definitiva dell’AOU Dulbecco specialmente in relazione all’utilizzo dell’ex AO Pugliese Ciaccio e alla ubicazione del “Nuovo ospedale” di Catanzaro.
L’ultima, in ordine di tempo, la mozione approvata, sicuramente in perfetta buona fede ma con estrema genericità e poca informazione, dal Consiglio comunale di Marcellinara che temo possa essere una idea condivisa da una parte dell’opinione pubblica nel comprensorio catanzarese e della stessa città di Catanzaro e che purtroppo rientra nel clima di approssimazionedelle conoscenze sui reali bisogni e di mancanza di visione di sistema su cui ho insistito più volte in ogni sede,
Ritengo pertanto utile esprimere, sommessamente ma con grande convinzione, un’opinione razionalmente giustificata sulla base dell’assetto della sanità ospedaliera e della storia della città e del comprensorio di Catanzaro
Le istituzioni sanitarie di Viale PioX, il Pugliese (aperto alla fine degli anni sessanta) e il De Lellis nel Parco Ciaccio (attivo fin dagli anni Trenta) rappresentano da ben più di mezzo secolo il punto di riferimento sanitario per l’emergenza e per l’elezione per un vasto comprensorio che va da Punta Alice e Capo Vaticano e da Capo Spartivento a Punta Stilo.
Ancora oggi, malgrado il carico di inappropriatezza che l’insipienza della politica regionale gli ha scaraventato addosso, il polo di viale Pio X rappresenta l’unico serio punto di riferimento.
Negli ultimi vent’anni esso ha subito una serie di interventi strutturali che possiamo così riassumere
Vogliamo poi ricordare che l’organizzazione su due poli in una città “diffusa” come Catanzaro e in territorio complesso costituisce una formidabile opportunità e una grande risorsa in termini di emergenza. Il Pronto Soccorso di viale Pio X infatti costituisce un presidio di grande sicurezza per tutta l’area presilana e silana mentre l’istituzione del PS e Medicina d’Urgenza a Germaneto, coordinato con un rilanciato ospedale di Lamezia Terme rappresenta un sicuro presidio per tutta la fascia jonica da una parte e per tutta la fascia tirrenica ed il Reventino, dall’altra.
Vogliamo ancora ricordare che gli interventi che abbiamo ricordato sono costati oltre 100 milioni di euro e che ogni ipotesi di chiusura o riconversione del polo di Viale Pio X è pura follia.
A Catanzaro quindi un “Nuovo ospedale” non deve rappresentare l’ipotesi della costruzione di alcune centinaia di migliaia di metri cubi di mattoni e cemento così cara ai palazzinari e ai cementificatori verosimilmente perché su quel terreno è facile “fare business”. Esso deve invece significare un grande intervento solo modestamente di carattere edilizio, per esempio, sull’ala Sud del Pugliese e per la creazione di un settore chirurgico del Dipartimento oncoematologico presso il De Lellis e quindi proprio nell’area compresa tra il Ciaccio e il Pugliese. Il grosso dell’intervento e della utilizzazione delle risorse finanziarie disponibili deve invece essere destinato a un enorme rilancio tecnologico di cui il comprensorio catanzarese e la Calabria hanno grande necessità ed urgenza.
Nella medicina del XXI secolo un ospedale non è fatto di mattoni, cemento e posti letto ma di robot, di alta tecnologia, di intelligenza artificiale che sono, tra l’altro le caratteristiche che attraggono i giovani professionisti che vanno via per la mancanza di occasioni professionali qualificate e non solo per danaro.
Crediamo che i Sindaci di Catanzaro, e degli altri comuni debbano giocare, con confronti veri e non approssimativi, tutto il ruolo politico che posseggono in difesa di un patrimonio dei cittadini che non deve essere “gettato alle ortiche”.
*Già Direttore sanitario aziendale e Direttore del Dipartimento oncoematologico dell’AO Pugliese Ciaccio.
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