Pomeriggio speciale, quello offerto dalla sezione di Catanzaro della FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arte Professioni Affari) che, insieme all’ANDE (Associazione Nazionale Donne Elettrici) hanno presentato l’ottava edizione del Premio “La Rosa d’Argento” intitolato ad Emilia Zinzi, personaggio celebre in Europa e nel mondo in quanto vera autorità nell’ambito dei beni culturali e della ricerca storico-archeologica. A ricevere l’importante riconoscimento, le imprenditrici Miriam Pugliese e Raffaella Zinzi. La manifestazione ha finalmente ritrovato la nutrita presenza del pubblico dopo la sospensione imposta dalla pandemia e, data la compartecipazione della Camera di Commercio di Catanzaro, si è svolta proprio presso la sede dell’ente camerale, in via Menniti Ippolito.
“La FIDAPA da sempre è in prima linea nel promuovere iniziative affinché rimanga alta l’attenzione sulla figura della professoressa Emilia Zinzi e il suo ricordo non venga mai sopito – sostiene l’avvocato Laura Gualtieri, presidente della FIDAPA -. Non a caso, in passato, avevamo organizzato delle giornate di formazione e studio in sua memoria, fino ad arrivare, appunto, all’istituzione di questo premio che quest’ anno condividiamo con l’ANDE con la compartecipazione della Camera di Commercio che oggi ci ospita. La fama di Emilia Zinzi ha valicato i confini regionali e nazionali, divenendo un personaggio storico molto noto a livello europeo, oggetto di studi e tesi di appassionati giovani, non solo calabresi. La FIDAPA è lieta di portare avanti nel tempo questa bellissima iniziativa, assegnando questo premio a due donne distinte nel mondo dell’imprenditoria”.
Momento di commozione nel momento in cui la presidente della FIDAPA Gualtieri ha citato testualmente uno scritto di anni fa dalla stessa Zinzi, relativa al suo squisito rapporto con gli allievi del “Galluppi” ai quali aveva fatto divieto di usare le espressioni ‘bellezza’ e ‘bello’, per non fossilizzarsi oltremodo su questo concerto, essendosi impegnata a cercare con loro nelle immagini, nei contesti, verità e autenticità. Idee che parvero rivoluzionarie in quell’anno scolastico 1956/57 che, “nell’addormentata Calabria di quel tempo”, solo i giovani avrebbero potuto comprendere, mentre a qualche professore di vecchio stampo, il suo metodo di insegnamento appariva pericoloso e deviante. Emblematiche le parole a chiusura di questa lettera: “Ho dato quanto ho potuto”. E sull’esempio di questi pensieri, segue la presidente Laura Gualtieri: “L’auspicio è che, questo riconoscimento, venga portato avanti negli anni, per una donna che ha apportato un contributo molto importante allo sviluppo socio-culturale della città”.
Laura Gualtieri
Già past presidente FIDAPA, Marisa Fagà, presidente ANDE, pone la sua importante analisi: “Insieme alla FIDAPA abbiamo pensato di fare gioco di squadra per un’altra battaglia, per riscoprire la memoria – afferma -. Solo attraverso la memoria si può programmare il futuro e nella nostra città vi è fame e sete di futuro. Dunque, attraverso il ricordo di una grande eccellenza della nostra storia, vogliamo risvegliare l’amore per la città di Catanzaro che lei ha tanto amato, per portare ai giovani la testimonianza positiva di una donna eccellente, di un simbolo da non dimenticare. Si pensa che in Calabria tutto sia buio, triste, ma vi sono tante bellezze che dobbiamo evidenziare per rincuorare i giovani, affinché seguano l’esempio dei grandi personaggi del nostro territorio, della nostra storia. Non si può programmare il futuro se non riscopriva la memoria. Allora questo premio serve per riscoprire le eccellenze della nostra Calabria, in questo caso, nel mondo dell’Imprenditoria. Oggi ricordiamo la bellezza di Emilia nel suo fare e progettare e per dire ai giovani di riscoprire, come lei diceva, che ‘in ogni pietra c’è una rosa’ – da qui prende spunto il nome del premio -. E noi auguriamo ai giovani, con il loro studio, di scoprire le rose della vita”.
Aspetto che impreziosisce ulteriormente l’evento, la scelta della sala (al terzo piano del palazzo della Camera di Commercio), eccezionalmente aperta al pubblico visto il prestigio dell’appuntamento, poiché al suo interno vi è della mobilia recuperata dall’antico Palazzo Fazzari dove la professoressa Zinzi ha tenuto numerosi studi e incontri pubblici: “Era doveroso ospitare questo incontro in questo salone, per il prestigio di questo personaggio, anche nel mondo – puntualizza il presidente dell’ente camerale, Daniele Rossi -. Emilia Zinzi temo sia forse conosciuta poco tra i giovani, perciò serve partire dal ricordo di una persona simbolo e continuare a parlarne e agire in sua memoria, ogni giorno”. Con estrema schiettezza, il presidente Rossi esprime un pensiero al quale si unisce la platea, unanime: “La strada attualmente intitolata ed Emilia Zinzi è una vergogna. Meriterebbe ben altre intitolazioni”, ammonisce Rossi, alla luce di una scelta che non poche perplessità ha suscitato negli anni. Infine, le personali congratulazioni alle due imprenditrici premiate: “Le elogio perché si muovono con grande professionalità, passione, mettendo amore nelle loro attività, nel mondo del lavoro”.
Pierluigi Rotundo, in rappresentanza dei familiari di Emilia Zinzi, ha porto i saluti dei nipoti, trattenuti fuori e impossibilitati a presenziare, pur mandando i personali ringraziamenti attraverso una lettera esposta prima della relazione tenuta dal professor Francesco Cuteri docente di Beni Culturali all’Accademia di Belle Arti del Capoluogo, il quale non ha potuto trattenere l’emozione nell’argomentare le dolci sfumature della compianta professoressa, anche attraverso il racconto di aneddoti personali che l’hanno visto al fianco di Emilia Zinzi, in una moltitudine di studi e ricerche, negli anni. Visibilmente commosso, il professor Cuteri rivive momenti della sua esistenza, del suo passato, ricordi che custodisce gelosamente nel suo cuore, passando in rassegna immagini che raccontano di lei, tra Calabria e Europa, da sola: “Ben vengano queste manifestazioni perché consentono di tener vivo un ricordo che a volte rischierebbe di smarrirsi. Nel prosieguo del suo intervento, Cuteri aggiunge: “Lei era luce, capace di intuire ciò che sarebbe avvenuto, specie in relazione al patrimonio culturale, perché conosceva la gente, i politici, il loro modo di pensare. Alla sete di rinnovamento a cui si approcciava Catanzaro e la Calabria si contrapponeva la fame di cemento che avrebbe divorato il tessuto antico, deturpandone il paesaggio. Allora lei è stata sempre pronta a schierarsi contro tutti, a dire ‘state sbagliando’, senza mai urlare, ma con decisione”.
Dunque la consegna della rosa d’argento alle due vincitrici: Raffaella Zinzi (casualmente omonima di Emilia) una catanzarese che ha vinto una sfida, insignita del premio per le eccellenti qualità professionali, maturate non solo nel brillante percorso formativo ma anche nelle molteplici attività lavorative comprese l’impresa di famiglia nel settore delle costruzioni di cui è procuratrice generale. Emozionata, Raffaella Zinzi rivolge il premio ai genitori: “Sono il faro della mia vita, cerco di portare avanti l’azienda con l’amore, la passione e il rispetto per le persone e il territorio che mi hanno insegnato”.
Miriam Pugliese, ha il grande merito di aver realizzato una realtà bellissima a San Floro, dove è nata, per poi trasferirsi con i genitori al nord ancora piccola e far ritorno dalla Germania con il suo compagno, per l’amore per la propria terra, per progettare di recuperare l’allevamento del baco da seta e portare il loro prodotto finito anche all’estero. Oggi la sua realtà è meta continua di percorsi formativi oltre che delle scuole, anche di turisti che giungono da tutto il mondo, valorizzando il profilo naturalistico e paesaggistico della Calabria: “Sento anche mio il messaggio di Emilia Zinzi e ne sono onorata. Abbiamo preso un terreno abbandonato, diventato una discarica, per tirare fuori la sua anima e partire dalle nostre radici e creare un futuro per noi e gli altri”.
L’agenda della FIDAPA è fitta di appuntamenti e già tra pochi giorni tornerà con un altro importante incontro pubblico.
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