Palmi, perdono alle scommesse oltre 11mila euro e fuggono verso la Sicilia: quattro denunce

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Foto di archivio di un'automobile dei carabinieri
  17 marzo 2023 08:47

A Palmi, i Carabinieri hanno denunciato 4 persone di origine siciliana per insolvenza fraudolenta di una somma scommessa di oltre 11.000 euro presso una ricevitoria del centro.

A dare subito la notizia un’impiegata della sala scommessa che nel constatare il loro dileguarsi dall’esercizio commerciale senza saldare l’ingente debito, ha allertato nell’immediatezza i carabinieri.

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Nel dettaglio, la dinamica di quanto sarebbe accaduto. I quattro, dopo aver accumulato un debito complessivo di circa 11.600 euro, a seguito di vari giochi e scommesse, hanno cercato di distrarre la dipendente, nell’intento premeditato di non pagare, riuscendo uno per volta a dileguarsi furtivamente.

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Quando anche l’ultimo dei giocatori è salito in macchina, senza aver saldato il debito, la donna addetta alle vendite scommesse ha subito chiamato il 112 e avvertito la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Palmi, fornendo tutti i dettagli utili per l’identificazione degli avventori tra i quali, determinanti sono stati l’indicazione del modello dell’autovettura a loro in uso nonché il loro marcato accento siciliano.

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Avviate, nell’immediatezza le ricerche dai militari della Compagnia di Palmi e di Villa San Giovanni, in previsione di un possibile rientro in Sicilia da parte dei sospettati, gli stessi infine sono stati individuati e fermati proprio presso l’imbarco dei traghetti.

I successivi accertamenti investigativi, hanno permesso di ricondurre tutti i soggetti identificati agli stessi presenti presso il centro scommesse in questione, grazie al riconoscimento dei medesimi da parte della dipendente e all’acquisizione delle immagini presso il sistema di videosorveglianza del locale.

Dalla successiva perquisizione veicolare, invece, i militari hanno rinvenuto 4.300 euro, somma accertata quale provento di alcune vincite da parte dei debitori, sottoposta a sequestro.

Dagli ulteriori riscontri, è emerso che i soggetti non fossero nuovi alla commissione di reati analoghi, condotti con le medesime modalità, in diverse provincie della Calabria e della Sicilia.

Trattandosi di procedimento in fase di indagini preliminari, rimangono salve le successive valutazioni in sede dibattimentale.

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