Mentre la città è in festa per i successi della squadra di calcio, mentre tutte le strade si colorano di bandiere giallorosse, qualche giorno fa abbiamo assistito con sgomento all’ennesimo suicidio di un giovane, questa volta poco più che un ragazzo. Sono stati tre nell' ultimo periodo. Tante volte ci siamo detti che simili tragedie, meriterebbero rispetto e conseguente silenzio, ma noi non vogliamo più restare in silenzio. Queste tragedie hanno un senso solo se dalle stesse possiamo imparare qualcosa e magari migliorare e migliorarci.
Nei mesi scorsi, dopo la tragedia nel quartiere Pistoia, abbiamo espresso tanta solidarietà alle vittime ed ai sopravvissuti. Ci saremmo aspettati però un po’ di più.
Crediamo francamente che l' azione dell' amministrazione comunale per il settore delle politiche sociali sia molto deludente, proprio perché l' attuale coalizione che guida il comune ha vinto su una speranza di cambiamento. Non intravediamo nessun cambiamento reale rispetto alle politiche di Abramo , soprattutto per le fasce popolari e giovanili; ad esempio, ci chiediamo che fine abbia fatto il centro polivalente di via fontana vecchia e pensiamo siano inutili i convegni, seppur con autorevoli esperti sul disagio giovanile in luoghi istituzionali, ne alzare le inferriate al ponte Morandi come proposto da qualche esponente istituzionale. Il sindaco definisce Catanzaro "città felice"...a noi questa espressione sembra impropria davanti ai problemi della nostra città. Avremmo voluto che si aprisse finalmente una seria riflessione sul fenomeno del disagio sociale a Catanzaro; sarebbe stata utile e necessaria, anche se tardiva. Tutti sappiamo che, nonostante si parli di “successi” e di “rinascita” della città, in molti viviamo da decenni una condizione di grande disagio e non solo nelle periferie. Quando poi questo disagio lo vivono i giovani è ancora più grave, perché coinvolge tutti e ci rende co-responsabili.
Dopo la tragedia nel quartiere Pistoia e il suicidio di un giovane uomo a Catanzaro, noi ,aiutati da un esperto, abbiamo riflettuto sui temi della povertà, dell’insoddisfazione e del disagio, in particolare quello giovanile. Abbiamo scelto di andare a cercare, insieme, come esso possa essere letto e riconosciuto, quali siano le cause. Il tema ci è risultato talmente complesso da non riuscire a trovarvi dei rimedi, né tantomeno a individuarne i responsabili. Nessuno ne ha colpa, tutti siamo responsabili, specie quando ci fermiamo ad assistere e poi ci limitiamo solo ad urlare il nostro sgomento sui social.
Proponiamo, vogliamo ed esigiamo, che in città si apra una seria riflessione sul tema del disagio sociale e del disagio giovanile. Chiediamo che siano le istituzioni a esserne promotrici e che siano coinvolte le realtà del territorio, a tutti i livelli; chiediamo che su questo lavorino tutti gli esperti che vivono il nostro territorio,che venga coinvolta l’università locale, specie le facoltà di sociologia e di psicologia e non elargendo denaro ad esperti e a società provenienti da altrove. Gli esperti ci sono, le risorse non mancano, bisogna solo trovare la voglia di farlo. Non vogliamo guastare la festa a nessuno, ma non possiamo tacere e girarci dall’altra parte. Una vera rinascita non lascia indietro nessuno!
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