"Il nostro amato Golfo di Squillace sarà invaso da pale eoliche offshore. I progetti presentati sono ben 5, per un totale di 216 pale per una potenza di 3426 MW. Riteniamo grave l'impatto ambientale e sociale dei progetti, cosí come grave che venga dato un pezzo di mare in concessione ad un privato per trarre profitto che poi pagheremo nelle bollette".
È il dissenso chiaro e forte di Potere al Popolo contro il parco eolico offshore che dovrebbe sorgere nel Golfo di Squillace. Nell'esprimere la propria contrarietà, la locale sezione di Catanzaro ha deciso di lanciare un incontro-dibattito pubblico alle ore 17.30 di oggi, 27 maggio 2023, presso il Parco Gaslini del quartiere Lido di Catanzaro, al quale prenderanno parte rappresentanti del partito e delle istituzioni locali. Introdurrà e coordinerà i lavori Pino Commodari, di Potere al Popolo, mentre interverranno Ferdinando Laghi, consigliere regionale e presidente di Isde, Riccardo Masi, del movimento Fridays For Future e Oreste Montebello, del Comitato Terra e Libertà. All'incontro sono stati inoltre invitati tutti i sindaci e le amministrazioni che si affacciano sul golfo di Squillace da Crotone a Monasterace.
"Il nostro non è un no alle rinnovabili, all'innovazione, il nostro è un no a progetti che si vestono di nuovo e di verde ma ripropongono la stessa modalità di aggressione al territorio e di distruzione ambientale. Le promesse sono sempre le stesse: coinvolgimento di enti e associazioni locali, ricadute economiche positive per il territorio, bollette meno care, nuovi posti di lavoro. Questo gioco delle promesse, però, abbiamo imparato a conoscerlo bene in molte altre occasioni e si è sempre trasformato in un gioco dalle carte truccate. Le promesse sono rimaste solo promesse e i fatti poi parlano di altro: profitti per pochi e devastazione dei territori.
I parchi eolici, per il loro numero, assumono dimensioni spaventose, è l'ennesimo grande impianto, dal forte impatto sul paesaggio, sull'economia locale e sull'ecosistema marittimo. L'ennesimo mostro che divora risorse ad uso e consumo della multinazionale di turno, a cui nulla interessa del bene comune delle popolazioni locali. Peraltro, come già successo e continua a succedere in tutta la Calabria, questa finta transizione energetica fatta con i grossi impianti industriali, dietro le apparenze non ha nulla di green.
Chiamiamo, allora, le cose con il loro nome. Queste sono operazioni invasive per i territori, fonti rinnovabili utilizzate in maniera speculativa e non per una reale riconversione energetica, interventi utili solo agli interessi dei grossi gruppi energetici e nulla più. Un capitalismo "green" che non ci indirizza verso l'autonomia energetica della comunità, non ci affranca dalle fonti fossili (vedi Tap) e, in definitiva, nulla ha di ecologico. Abbiamo a che fare con una vera e propria aggressione al territorio, fatta passare per riconversione energetica.
Ma che riconversione energetica è quella che cancella il nostro paesaggio, la memoria dei luoghi, la nostra stessa economia? Che riconversione energetica è quella che non parte dalle comunità, non ritorna ad esse e non tiene conto delle esigenze di esse?
Noi intendiamo aprire una riflessione ed avviare una corretta informazione per essere seriamente al fianco delle popolazioni che subiscono tali impianti, ci opponiamo all'arroganza e alla voracità degli interessi dei grossi gruppi privati del settore energetico e chiediamo ai sindaci, agli assessori e agli enti coinvolti di fermare questo scempio".
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