di FRANCESCO IULIANO
Donne a confronto in occasione della Giornata internazionale della donna, per parlare di uguaglianza di genere, di salute, di benessere e dell’empowerment femminile.
Con il programma realizzato dal Comune di Catanzaro, “Il senso delle donne”, grazie alla sinergia tra gli assessorati alla Cultura e Pari Opportunità, ai Rapporti con il Sistema Sanitario, allo Sport con la collaborazione della commissione Pari Opportunità e di associazioni del territorio, sono stati organizzati una serie di eventi con l’obiettivo di promuovere la riflessione ed il dialogo su temi cruciali, attraverso un approccio inclusivo e partecipativo.
Ieri pomeriggio, negli spazi dell’ex Stac, in Piazza Matteotti, il talk che ha visto la partecipazione, moderate dalla giornalista Maria Rita Galati, di donne protagoniste della società civile cittadina.
Con l’assessore Donatella Monteverdi, anche il chirurgo Francesco Abbonante, la referente regionale di educazione finanziaria per la Banca d’Italia, Marisa Mascaro, la consulente aziendale Carla Megna, l’attrice Claudia Olivadese, l’avvocato Anna Maria Sodano, l’avvocato e influencer Lucrezia Staiano e la presidente del Comitato Pari opportunità del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, Rosalba Viscomi.
“Un incontro - ha commentato Maria Rita Galati in apertura - che ci auguriamo serva per affermare l’uguaglianza dei diritti nella diversità. Una disparità tra uomini e donne che oggi si traduce nel ‘gender gap’. Un fenomeno complesso e radicato che affligge la società contemporanea. Una disparità tra uomini e donne che influenza le opportunità, i diritti e le prospettive di vita delle persone di diversi generi”.
Il programma pensato in occasione della Giornata internazionale della Donna - è stato detto - è un’opportunità per riflettere sulle conquiste ottenute e sul cammino che ancora attende le donne verso la piena uguaglianza, considerando la diversità di genere un elemento fondamentale per la crescita di tutta la comunità. Solo attraverso la cultura si potrà favorire un cambiamento significativo nella percezione del ruolo delle donne nella nostra società.
“Il senso delle donne - ha spiegato Donatella Monteverdi - è il senso che abbiamo voluto manifestare in questi giorni. ‘Senso’ significa tante cose: il senso che le donne danno alla vita attraverso tutti i problemi che ancora le donne hanno, ma anche tante risorse di cui dispongono. Donne multitasking che significa che le donne sono duttili e la duttilità è la virtù più importante di questo tempo, insieme al rigore ed alla cura della persona”.
Tra gli obiettivi degli organizzatori, anche quello di rimuovere l'ostacolo della diffidenza delle donne alla prevenzione delle malattie.
Un argomento, questo, che il responsabile della Beast Unit dell’Azienda ospedaliera universitaria ‘Dulbecco’ di Catanzaro, Francesco Abbonante, ha portato all’attenzione specificando che “attualmente, una prevenzione reale, é solo sulla carta. Non ci stancheremo mai di dire che è meglio prevenire che curare. Dopo aver creato un gruppo multidisciplinare, quindi aver finito la prima fase per la cura del tumore chirurgicamente con la chemioterapia, con la radioterapia, ora vorremmo provare a prevenirlo stimolando a tutti i livelli la prevenzione. C’è soprattutto da rimuovere il freno che c'è ancora da parte delle donne. Un freno culturale della società calabrese. Prendere la donna per mano, per provare a farle superare questa paura, facendole capire che deve temere chi non fa gli esami e non chi li fa precocemente”.
Abbonante ha quindi detto quali sono i numeri della prevenzione in Calabria. “Su 180mila donne che dovrebbero fare ogni due anni la mammografia e che rientrano nel range di età in cui devono sottoporsi all’esame diagnostico, c’è solo il 10 per cento delle donne che fa quest’esame. Meno del 10 per cento viene poi chiamato e di questo ancora il 50 per cento alla fine si sottopone all’esame. Sono numeri mortificanti per i quali dobbiamo invitare i medici di base, la Regione con il Dipartimento della Salute ed i Comuni con gli uffici anagrafe, a creare una rete con la quale dialogare tra loro. In questo modo, con un doppio binario tra medici ed uffici comunali, si possono individuare quelle donne che, per la loro fascia di età, necessitano di fare prevenzione. Intervenire su piccoli tumori con meno reliquati chirurgici, vorrebbe dire vincere una battaglia e garantire loro una maggiore possibilità di sopravvivenza”.
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