"Parole e carcere: la fabbrica del linguaggio" è il tema che il Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, avv. Luca Muglia, ha scelto di approfondire per l’evento che si terrà il prossimo giovedì 27 aprile, a partire dalle ore 9:30, presso il Polo culturale “Mattia Preti” di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria. Sarà una mattinata a più voci per comprendere in che modo e in che misura il luogo carcere e le persone detenute siano presenti nel linguaggio e nella comunicazione comune.
Il convegno sarà aperto dai saluti istituzionali del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, e del vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppina Princi. A seguire gli indirizzi di saluto delle autorità che saranno presenti tra le quali il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Liberato Gerardo Guerriero, il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Gerardo Dominijanni, e il Procuratore della Repubblica del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, Roberto Placido Di Palma.
L’evento verrà introdotto e moderato dal Garante regionale dei detenuti, Luca Muglia, che stimolerà il confronto tra i giuristi e gli esperti del settore. Sul tema “Vita detentiva, identità e diritto” relazionerà Roberta Travia, dottore di ricerca in diritto civile dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, mentre Cristiana Cardinali, professore a contratto del Dipartimento di Scienze Umane della Lumsa di Roma, affronterà il tema “Le parole per il cambiamento: espressione autobiografica, progettualità inclusiva e agire educativo nel trattamento penitenziario”.
Infine Silvano Tagliagambe, professore emerito di Filosofia della scienza dell’Università di Sassari, si soffermerà sul tema “Le parole sono pietre: perché è importante evitare di scagliarle impropriamente”. Un confronto importante quello voluto ed organizzato dal Garante regionale dei diritti dei detenuti, Luca Muglia, il quale sottolinea: “E’ necessario iniziare a ragionare, in modo scientifico, sul tipo di linguaggio adoperato dentro e fuori il carcere. Mi riferisco al linguaggio, parlato e scritto, utilizzato di frequente per descrivere le persone detenute e, in particolare, alle etichette sociali ed ai diversi stereotipi di cui sono oggetto.
L’evento sarà un’occasione per sviscerare gli effetti che le parole producono e generano nella vita delle persone ristrette o private della libertà personale, e ciò sia con riferimento agli addetti ai lavori e all’universo carcere che in relazione ai mezzi di informazione e all’opinione pubblica”. Al fine di ampliare la platea l’evento del prossimo 27 aprile potrà essere seguito anche collegandosi al link www.youtube.com/@consiglioregcalabria
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