Riceviamo e pubblichiamo dal primo firmatario, Enrico Seta, l'appello per Giancarlo Pittelli, per chiedere che l’ex deputato possa tornare ai domiciliari.
Siamo amici, colleghi, concittadini, semplici conoscenti di Giancarlo Pittelli, noto avvocato calabrese ed ex esponente politico di rilievo nazionale che da oltre due anni è privato della libertà a seguito di un’inchiesta giudiziaria ancora lontana da una sentenza di primo grado. Non esprimiamo un parere – perché non ne avremmo titolo - sulla qualità di questa inchiesta, sul rigore nell’espletamento delle procedure seguite dagli organi inquirenti, sulla inoppugnabilità delle prove addotte contro l’imputato. Numerosi autorevoli articoli di stampa e addirittura interventi nelle aule parlamentari hanno affrontato questi temi.
Osserviamo però che una così lunga carcerazione preventiva, cioè senza che l’imputato sia sottoposto ad un regolare processo, ai nostri occhi come a quelli di una sempre più larga fetta di opinione pubblica, appare ingiustificabile e soprattutto non coerente con alcuni dei principi cardine dello Stato di diritto e della Costituzione. Ma soprattutto intendiamo attestare, con questo appello la nostra vicinanza, la nostra amicizia – per coloro che gli sono amici – il rispetto per le capacità professionali e intellettuali di Giancarlo Pittelli, di cui danno sufficiente prova oltre quaranta anni di attività forense, amministrativa e politica. Tutto ciò, a prescindere dalla maggiore o
minore distanza dalle sue idee politiche.
La sopravvivenza di legami di stima e di rispetto, o addirittura di amicizia, agli effetti – anche mediatici – di un procedimento giudiziario non solo non giunto ad una decisione definitiva, ma neppure ad una sentenza di primo grado, non è solo un’esigenza dell’imputato direttamente interessato, ma un elemento essenziale del tessuto sociale, della sua vitalità ed autenticità. Assistiamo, invece, impotenti allo sconvolgente scadimento dello stato psicofisico di Giancarlo Pittelli a causa della lunga carcerazione preventiva, condizione questa che gli impedisce di poter concentrare tutte le energie nella propria difesa. Non vogliamo che a questo si aggiunga una lesione della sua immagine e un impoverimento delle relazioni costruite in una vita: ciò non ha nulla a che vedere con il rigore nella lotta alla criminalità ma rappresenta solo un regresso civile e sociale che nessuna persona libera può accettare.
Per questo motivo manifestiamo pubblicamente e ribadiamo all’avvocato Giancarlo Pittelli gli immutati sentimenti di rispetto, affetto ed amicizia e opponiamo resistenza ad ogni uso degli strumenti del diritto che produca come effetto l’isolamento della persona e l’inaridimento delle relazioni sociali e affettive.
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