Parto a Caulonia, il Collettivo Aurora Catanzaro: "Il persistente ruolo oppressivo di un certo giornalismo sul corpo e le scelte delle donne"

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images Parto a Caulonia, il Collettivo Aurora Catanzaro: "Il persistente ruolo oppressivo di un certo giornalismo sul corpo e le scelte delle donne"

  19 agosto 2025 16:41

"La "notizia" riguarda la donna che ha partorito in spiaggia e ha poi deciso di affidare la neonata al servizio sanitario.

Attorno al corpo femminile e alle scelte consapevoli delle donne, da sempre si costruiscono notizie intrise di moralismo e pettegolezzo, volte a suscitare scandalo. Commenti, curiosità morbosa e condanne con giudizi sommari è quello che ne viene fuori. Rappresentazione chiara di una società che considera la vita delle donne e il loro ruolo nella maternità una questione pubblica, da gestire e spesso anche utilizzare in maniera strumentale.
Non si tratta solo di mera curiosità, ma di un vero e proprio processo mediatico che rovescia sulle donne pressione, vergogna e stigma.
L’articolo non manca di corredare la sintetica descrizione del fatto, ovvero la decisione della partoriente di affidare la neonata messa al mondo al servizio sanitario, con la solita osservazione sul mancato “ripensamento della giovane mamma”.

Si potrebbero avere mille motivi diversi per decidere di vivere o meno la maternità  e questa scelta riguarda solo e soltanto chi la compie.
Il nodo della questione però è semplice: decidere di di essere madre o meno è un fatto privato e come tale deve essere trattato.

Un ulteriore aspetto grave di questa vicenda è la palese lesione della privacy della donna e della neonata.
La  tutela della privacy è un diritto sancito dall’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che garantisce il rispetto della vita privata e familiare.


Inoltre, la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, ratificata dall’Italia, stabilisce il diritto del neonato alla protezione e al rispetto della sua dignità fin dalla nascita (articoli 7 e 16). La legislazione italiana (Legge 194/1978 e successive integrazioni, insieme all’articolo 30 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia) riconosce e tutela la possibilità di partorire in anonimato, garantendo alle donne che scelgono di non essere identificate e di affidare il neonato alle cure dello Stato il pieno rispetto della loro privacy e dignità. Questa norma è fondamentale per proteggere le donne da discriminazioni, pressioni sociali o giudizi, e per assicurare una nascita sicura e rispettosa per chi si trova in situazioni di difficoltà.

Come Collettivo Aurora vogliamo prendere parte contro chi crede che l’informazione possa nutrirsi, trattandoli come episodi insoliti e degni di nota, degli accadimenti legati alla gestione consapevole e autonoma del proprio corpo e alle decisioni in merito alla maternità. Intendiamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alla donna che è stata resa protagonista di un'attenzione mediatica che non trova giustificazioni. Riteniamo che la notizia, così come è stata proposta, non abbia nessuna utilità pubblica e che, invece, vada ad alimentare una retorica colpevolizzante, volta a segnalare i casi in cui le donne decidono di non compiere un percorso di genitorialità.
Pretendiamo una stampa che, invece di occuparsi  della sfera personale delle singole e passarne al vaglio le scelte, sia capace di mettere in luce gli ostacoli che oggi, in particolare nei nostri territori, si pongono di fronte a chi intende autodeterminarsi, curarsi, godere dei propri diritti. Non accettiamo il meccanismo patriarcale che mette sotto i riflettori e addita le donne che non vogliono essere madri. Rivendicheremo, sempre con più forza, la nostra libertà di decidere in piena autonomia." Lo scrive in un comunicato stampa il collettivo Aurora di Catanzaro.

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