Pasqua a Catanzaro, l'arcivescovo Maniago: "Stiamo il più possibile vicino a Gesù"

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  30 marzo 2024 08:49

Monsignor Claudio Maniago ha presieduto ieri pomeriggio, nella Basilica dell’Immacolata, l’Azione Liturgica della Passione del Signore, nel giorno in cui la Chiesa celebra la Passione e la Morte di Gesù.  “Abbiamo ascoltato il racconto della passione di Gesù e ancora una volta il nostro cuore si è mosso con un'emozione – ha esordito Maniago - cercando il più possibile di stare vicino a lui, vicino a Gesù, perché sappiamo che questa è la nostra Pasqua: stare con Lui, vivere la sua Pasqua di passione, morte e resurrezione diventa la nostra Pasqua, il passaggio dal nostro peccato, dalla nostra fragilità, dalle nostre scelte sbagliate a una vita nuova, quella che Lui apre davanti a noi e ci offre continuamente”.

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 “Ascoltando il racconto della Passione – ha ricordato l’Arcivescovo - avevamo nel cuore le parole di Gesù, quelli dell'Ultima Cena, quelle che abbiamo ascoltato nella celebrazione di ieri pomeriggio: “Questo è il mio corpo dato per voi, questo è il mio sangue sparso per la remissione dei peccati”. E quindi, contemplando la passione del Signore, questo percorso di dolore, di sofferenza, noi abbiamo visto come le parole di Gesù si stavano concretizzando”. “Gesù, nella sua libertà – ha sottolineato Maniago -  stava dando la vita per noi, per le nostre fragilità, non soltanto per una generica benedizione, ma proprio per vincere il male che è in noi, il male che attanaglia spesso il nostro cuore, il male che poi si diffonde nel mondo come opera di violenza. Contemplando questo cammino di passione, noi non possiamo non aver fatto memoria dentro di noi della tanta violenza che ancora c'è nel mondo. Una violenza che ci tocca anche da vicino, nelle nostre famiglie, nella nostra società: la violenza della guerra, la violenza di una cieca mancanza di dignità delle persone, un continuo offendere quella che è la bellezza e la sacralità della vita, un male che sembra non solo non diminuire, ma trovare forme sempre nuove per manifestarsi. Esattamente come questo cammino di passione sembra che il destino non possa che essere quello della fine, la morte”.

Nel fare riferimento all’atteso appuntamento della pietà popolare catanzarese con la “Naca”, Maniago ha sottolienato che “la processione che dopo faremo sarà un aiuto anche in questo a prolungare l’importanza e la bellezza di questa celebrazione per poterla vivere ancora più insieme, poter vivere l'emozione e una tristezza che dovrebbe e deve velare il nostro cuore.  Ma stiamo celebrando la Pasqua del Signore, per cui questo giorno di riflessione, anche di tristezza, diventa anche un giorno propizio per ridestare la nostra fede: noi crediamo in Gesù morto per noi, risorto per noi. E questa è la nostra fede, quella che dobbiamo tenere ben viva e su cui dobbiamo orientare le nostre scelte quotidiane. È il giorno propizio in cui anche rinsaldare la nostra speranza perché nonostante il male che prende anche la nostra vita, gli sbagli che facciamo, i nostri peccati, la morte, ma soprattutto la risurrezione di Gesù, ci apre un orizzonte nuovo, un orizzonte sempre aperto per noi, un orizzonte che ci accoglie e ci dona sempre una nuova occasione per una vita nuova. Questa celebrazione, la nostra processione, non avrebbero un loro orizzonte più completo, se noi domani, nella notte della veglia di Pasqua e nel giorno della domenica di Pasqua, non facessimo memoria insieme della Risurrezione del Signore. Quello è il segno della vittoria, la vittoria che vince ogni tipo di tenebra, anche quella più oscura, anche quelle che hanno avvolto quel Calvario dove Gesù ha dato la vita per noi. Gesù non ha soltanto sofferto per noi, ha dato la vita, ha dato tutto. Noi crediamo che quel dono totale d'amore sia la forza che poi ha portato Gesù Risorto a dare a noi una vita nuova. Viviamo allora con intensità questa celebrazione e facciamoci coinvolgere proprio per essere così proiettati nel modo migliore verso la luce della Pasqua”.

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