Pasqua, monsignor Maniago celebra la messa per i detenuti nel carcere di Catanzaro

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  14 aprile 2022 09:44

E’ quasi Pasqua già l’8 aprile, con la celebrazione del nuovo Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Claudio Maniago, nella cappella del carcere di Catanzaro, dipinta da uno dei detenuti.

“In questo luogo il Crocifisso è ancora di più simbolo non solo di dolore, ma anche di speranza” afferma monsignor Maniago di fronte a numerosi ristretti che ascoltano in profondo raccoglimento, e che sono quotidianamente seguiti nel loro percorso dal cappellano don Giorgio Pilò e dai volontari della Caritas guidati da suor Nicoletta.

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Il direttore del carcere Angela Paravati spiega: “I percorsi di rieducazione in carcere si basano sull’attenzione al prossimo: in quest’ottica la preghiera diventa elemento di conforto e di accompagnamento in un percorso che, sia pur in un’ottica laica, contiene in sé i valori del messaggio di Cristo. Il mio ringraziamento va al vescovo per questo momento donato alla popolazione detenuta e al magistrato di sorveglianza Antonella Galati, presente anche in iniziative come questa”.

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La Pasqua in carcere assume un significato simbolico profondo. Cristo in prima persona conobbe il sapore amaro la condanna: fu imprigionato e ucciso in quanto, diremmo laicamente oggi, vittima di un errore giudiziario. Condivise le drammatiche ore sulla croce con altri due condannati a morte: il Vangelo narra di un sincero pentimento di uno dei due poco prima della morte, immediatamente seguito da un autentico perdono.

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Questi brani delle Scritture, letti nel corso della Messa da chi sta scontando una detenzione lunga e ascoltati da persone nelle medesime condizioni, dicono forse molto più qui che altrove. I detenuti donano al vescovo oggetti sacri in legno e in ceramica realizzati nei laboratori dell’istituto.

Anche questi doni assumono in questo contesto un significato profondo: il materiale degli oggetti donati è lo stesso legno lavorato da Gesù per i primi trent’anni della sua vita nella bottega del padre Giuseppe, prima della predicazione, della passione e della croce. Un legame che all’avvicinarsi del giorno della Resurrezione diventa esso stesso un passo in un percorso di riscatto, di rinnovamento, verso un nuovo inizio.

 

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