di NICOLA LONDINO
Molti cittadini calabresi potrebbero decidere di rinunciare ai classici dolci pasquali in compagnia delle proprie famiglie. Il governo continua a “tarpare le ali” e rincarare la dose riguardo ai voli diretti in Calabria. Per Pasqua un biglietto aereo andata e ritorno può arrivare a costare più di 460 euro. Una vera mazzata per i numerosi emigrati e studenti fuori sede che sono desiderosi di rientrare nella loro terra per riabbracciare amici e familiari.
La Sicilia non ha subito lo stesso destino: nel gennaio scorso il governo ha autorizzato la spesa di 25 milioni per l’anno 2020 al fine di garantire un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sicilia. Oltre al danno la beffa, come si dice in questi casi. La Calabria si era mossa attraverso contestazioni forti e aveva portato avanti legittime rimostranze tanto quanto la Sicilia, senza ricevere la stessa sensibilità.
Ulteriore scacco a una regione che da sempre non conosce parità di trattamento, che non riesce a valorizzare le sue peculiarità e che, anche a causa della precaria situazione legata alla mobilità, rimane un fiore che fa fatica a sbocciare.
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