Al termine del secondo ciclo di residenza, In-ruins è lieta di presentare l’open studio delle artiste Emii Alrai (Regno Unito), Martyna Benedyka (Polonia) e del duo italiano Ceresoli Cosco, scelto per la sezione progetti speciali dedicata ad artisti di origine locale e volta a sviluppare un dialogo dalla dinamica orizzontale tra locale e internazionale.
In-ruins nasce nel 2018 come piattaforma di ricerca per ripensare il patrimonio archeologico del Mediterraneo attraverso l’arte contemporanea. Quest’anno gli artisti, selezionati tramite open call, sono stati invitati a riflettere su cosa significhi agire tra le rovine. Tramite le attività di residenza, il rapporto tra patrimonio archeologico e contemporaneo si fa strumento di condivisione e pratica sociale. Antiche architetture e rovine vengono reinterpretate alla luce di questioni urgenti del nostro tempo, offrendo nuove stratificazioni di senso. Il Castello Normanno di Squillace, la Chiesetta Gotica e Palazzo Pepe che già hanno ospitato il lavoro degli artisti Itamar Gov (Israele) e Anna Ill (Spagna) durante il primo ciclo di residenza, si fanno ora teatro di nuove riflessioni.
Martyna Bendyka presenta la rivisitazione di un canto millenario - O virga ac diadema - trasportandoci al momento in cui nacque il Castello di Squillace. Il testo è parte di Ordo Virtutum, datato 1151, tra i pochi scritti sopravvissuti del periodo che riportano simultaneamente musica e testo. Composto da Hildegard von Bingen, santa, mistica e compositrice medievale, il canto costituisce un’ ode per un ramoscello di ulivo che, libero dal peccato originale, si fa fonte di vita e simbolo di ventre materno. La voce di Martyna fornisce un’immagine vivida nel momento in cui si innesta nel contesto di uliveti secolari come quelli che ricoprono i dintorni di Squillace, restituendo il senso di quel dio insito nella natura tanto caro a Bingen e che solo l’arte sa incarnare nel corpo umano. L’archeoacoustica, metodologia interdisciplinare utilizzata dall’artista, include archeologia, etnomusicologia, acustica e modellazione digitale, consentendo una concreta consonanza tra suoni del passato e quelli del presente.
Se Benedyka canta del fiorire di rami d’ulivo, Alrai guarda alla flora spontanea che si innesta tra le mura del Castello. Nostalgia ereditata, identità geografica e pratiche espositive museali postcoloniali sono il fulcro della ricerca artistica di Emii Alrai che, focalizzandosi sulle antiche mitologie del Medio Oriente e le storie personali derivanti dalla tradizione orale dell’Iraq, mette insieme narrazioni a partire da residui di collisione culturale. Concentrandosi sull'emulazione delle rovine attraverso diverse tecniche scultoree, a Squillace Alrai orienta la sua ricerca sullo studio dell’archivio della biblioteca comunale e sull’apprendimento del l’antica tecnica bizantina dell’ingobbio al graffito.
Ulteriori suggestioni vengono fornite dal duo locale Ceresoli Cosco, che hanno prodotto una serie di terracotte, ceramiche, stampi per colata, interventi effimeri appositamente realizzati per gli spazi del Castello Normanno. Attingendo ad una cava di argilla nei pressi di un antico stagno, il duo lavora nella propria terra d’origine fino a staccarsene a favore di una libera sperimentazione con la materia. Tra le parole chiavi scelte per questa fuga artistica: il rigore minimalista e la figurazione inaspettata.
BIO ARTISTI: Martyna Benedyka, nata nel 1991 a Gdynia, è una cantante e artista visiva polacca che lavora attraverso differenti media inclusi pittura, fotografia, collage, installazione e sound art. Laureata in Pittura Fine Art nel 2014 e in Art and Design presso Gray’s School of Art in Scozia (UK). Ha esposto in UK, Polonia, Romania, Irlanda, Svizzera, Canada e Stati Uniti. Il suo lavoro è stato recentemente scelto dalla federazione di British Artists for the Futures. Specializzata in musica classica, si è esibita internazionalmente in numerosi concerti collettivamente e come solista. Emii Alrai è un’artista con sede a Leeds, Regno Unito. Si laurea dapprima in Fine Art e poi in Art Gallery e Museum Studies presso l’Università di Leeds.
Nel 2021 è selezionata per Triangle Astérides Residency (Marseille), nel 2020 riceve il premio Paul Hamlyn Foundation. Mostre recenti includono: Jerwood Solo Presentations (2021), The Tetley, Leeds, UK (2020); VITRINE, London (2019), Two Queens, Leicester, UK (2019); GLOAM, Sheffield,UK (2018). Attraverso la sperimentazione di linguaggi e la trasversalità disciplinare, Ceresoli/Cosco, composto da Alberto Ceresoli (Bergamo, 1989) e Carmela Cosco (Catanzaro, 1989), attiva percorsi di ricerca che hanno il fine di portare in superficie questioni sul tema dell’identità, della memoria, della ferita individuale e collettiva, talvolta oggetto di narrazioni autobiografiche, talvolta punto di partenza per interventi ed esperienze immersive e partecipative che portano il duo ad interrogarsi sulla relazione tra l’esistenza dell’uomo ed il proprio ambiente comunitario.
Partecipa nel 2020 al Residency programme del Centro di Palmetta, Terni (IT), nel 2019 alla seconda Biennale di Karachi, a cura di Muhammad Zeeshan, Karachi (PK), al Residency programme supportato da Harabel Contemporary Art Platform, Tirana (AL), al Residency programme supportato da Lumen Studio, Londra (UK), al Group Exhibition Organic Man-Made Traces, a cura di Roderick Camilleri, Palazzo de La Salle, Valletta (MT), all'Art Performing Festival, PAN Palazzo delle Arti, a cura di Gianni Nappa, Napoli, (IT). Ha collaborato con Forme Uniche Magazine e Ballon Contemporary Art and Publisching per progetti editoriali. Dal 2018 è impegnato in progetti di ricerca e percorsi educativi in dialogo con enti, organizzazioni non profit e amministrative. Nel 2021 parteciperà ad UNPAE Residency Programme, a cura di Andrea Croce, Roccacaramanico (IT). In- Ruins Residency 2021 è realizzata con il sostegno di Regione Calabria, I Giardini di Hera e Fondazione Armonie d’Arte.
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