Non è un buon momento per il PD catanzarese nell’ambito del quale si è sviluppata con maggiore intensità di interventi una discussione critica sulla gestione. Vi sono diversi “zoccoli duri” che sui fatti relativi all’operazione rimpasto di Giunta hanno assunto posizione. Lino Puzzonia che è un dem di vecchia fede anche se non di attuale appartenenza in una nota stampa ha ritenuto evidenziare le cose che non girano nel partito. La nota nella sua integralezza
di Lino Puzzonia
“Già prima della vittoria di Nicola Fiorita al ballottaggio ebbi modo di scrivere che il ruolo del PD catanzarese che, con la copertura degli organismi regionali, aveva “fatto il colpo” imponendo un gruppo dirigente scaturito da una forzatura delle regole congressuali, avrebbe avuto in tutta la vicenda dell’Amministrazione comunale di Catanzaro un ruolo del tutto marginale proporzionato non solo e non tanto al modesto risultato elettorale ma anche all’assenza di idee politiche che avrebbero dovuto condizionare la coalizione di centrosinistra.
Il trionfalismo dei dem catanzaresi dopo la vittoria di Fiorita al ballottaggio non poteva avere e non ha avuto nessun respiro. In un anno in cui, a quanto ne so, nessuna seria discussione si è svolta all’interno sulle prospettive e sui programmi della Giunta e si è, infine, giunti a una scelta importante dell’Amministrazione dalla quale non solo il corpo del partito ma gli stessi rappresentanti istituzionali sembrano essere stati in buona sostanza esclusi.
Eppure una coalizione che definirei, a questo punto, un po’ “arcobaleno”, absit iniuria verbis, con accenti quasi esclusivamente movimentisti potrebbe dare forse anche eccellenti risultati sul piano amministrativo, ma manca tuttavia di quella caratura politica di centrosinistra con la quale aveva voluto caratterizzarsi in campagna elettorale e che solo un forte e capace PD avrebbe potuto conferire davvero.
Il problema che questo PD catanzarese è sembrato porre, secondo quanto riferito dagli organi di informazione, è stato soltanto quello di una poltrona in più o in meno come si trattasse della giunta di un paesino e non di quella del Capoluogo della regione.
Continuano a mancare in quel partito non solo le idee ma anche la capacità di avviare un largo confronto democratico e stimolare la più larga partecipazione specialmente fra i più giovani e dando vita invece all’avvilente spettacolo cui abbiamo assistito nelle ultime settimane.
Ho lasciato il PD diciotto mesi fa dopo diversi decenni di militanza ma ritengo utile e necessario che anche le persone, come me e come tanti altri anche a Catanzaro, continuino a dare il proprio contributo specialmente in una fase storica che dopo ottant’anni vede per la prima volta la destra al governo del paese e di tante regioni.
Le città, nelle quali non si applica la scellerata legge elettorale a turno unico, sono ancora (forse per poco) garanzia di maggiore aderenza tra elettorato reale e rappresentanza istituzionale e rappresentano un baluardo della democrazia e non è possibile tralasciare un impegno che ognuno sceglierà di fare dove troverà una qualche agibilità.”
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