"Quanto sta accadendo nel Partito Democratico catanzarese è sempre più singolare. Perché non bastavano i neoiscritti, quelli che hanno iniziato a dare il loro contributo guarda tu alle volte il caso solo dopo la vittoria di Schlein, a fare polemica. No, ora ci si mettono anche gli ex iscritti come Lino Puzzonia. Che, giustamente, rivendica il partito delle idee e non dei voti. Benissimo, certo. Soprattutto se per tanto tempo ti dà incarichi di alto prestigio, e relativo ragguardevole compenso, senza l'impegno di una campagna elettorale e senza quindi avere la fiducia della gente. Ma se Puzzonia rimpiange legittimamente il partito in cui si poteva esprimere il proprio dissenso, anche non disponendo di pacchetti di voti, io rammento quello in cui si militava per pura passione e non per essere nominati direttori generali o amministratori delegati". Si legge in una nota di Fabio Celia, capogruppo in Comune e segretario cittadino del Pd.
"Perché si può e si deve fare politica - prosegue - anche se non ci si vuole mettere la faccia con gli elettori, ma poi, forse, bisognerebbe evitare di passare all'incasso. Questo sempre se ad animarci è unicamente il valore e il principio di un'idea. Ritengo, però, di poter affermare, e non senza una certa amarezza, che le critiche spesso ricevute dalla nostra parte politica riguardo a una 'doppia morale' sono talvolta fondate. E la riprova è nella conclusione del ragionamento di Puzzonia, che parla anche di rischio di indebolimento della Giunta Fiorita, peraltro operando dei collegamenti che per mio limite non ho affatto compreso. Ma, a prescindere da ciò, resta il fatto che fin qui non ascrive alcun errore all'Amministrazione in carica. Nei confronti di cui, soprattutto, soffoca quel dissenso interno a lui tanto caro, in nome del superiore interesse di arginare la destra".
"La stessa possibilità di esternare la divergenza di veduta vorrebbe tuttavia invece preservarla, persino con una venatura di nostalgia e di rimpianto, nel partito. E su questo siamo d'accordo, salvo un concetto che ribadisco: tutti possono avere spazio nel Pd, a Catanzaro come altrove, perché è banalmente la mission del nostro grande partito: plurale e pluralista. Solo che poi, una volta presa in mano la dirigenza, servirebbero i voti, per Puzzonia quasi un aspetto marginale, proprio per condurre il Pd alla vittoria. E battere la destra, in soldoni. Senza contare che, mi consenta Puzzonia, ribadisco come una cosa sia portare un contributo di energia ed entusiasmo nel Pd, un'altra scambiarlo per un ufficio di collocamento o uno strumento per alimentare il proprio carrierismo. Che, altrimenti, non sarebbe possibile proprio per la mancanza di consenso popolare. Ragion per cui, - conclude Celia - almeno qualche sospetto il modo e gli ambienti da cui si sta manifestando il dissenso alla mia segreteria, me lo fa sorgere. Ma forse è solo che Puzzonia è anche malinconico per i tempi in cui il partito in città era ridotto ai minimi termini. Tanto per lui un'ambita gratifica, prima o poi, arrivava comunque. Del resto, a cosa servono i voti in democrazia, quando si hanno gli amici giusti?".
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