Pd, Fabio Guerriero (S&D): "Manca, oggi più di ieri, la visione sul futuro"
Fabio Guerriero
16 dicembre 2023 10:27di FABIO GUERRIERO*
Il cambio al vertice del Pd da Zingaretti alla Schlein nella nostra terra non ha portato nessun cambiamento. Anzi, se mai possibile, ha comportato un ulteriore radicalizzazione dei gruppi dirigenti che, timorosi di perdere le posizioni acquisite, hanno impedito l’ingresso nel Partito di nuove energie e messo nell’angolo i pochi non allineati, me compreso.
Manca, oggi più di ieri, la visione sul futuro. C’è grande bisogno di un partito che faccia suoi i temi della giustizia sociale ed ambientale, che sappia dare una speranza ai tanti che sono ai margini della società: persone ancora più in difficoltà dopo l’eliminazione del reddito di cittadinanza, l’allungamento dell’età pensionabile e per via di una sanità sempre più privata con cure inaccessibili.
Vi è bisogno di un cambiamento radicale e di impegnarsi per far fronte ai tanti bisogni di quel pezzo di società più fragile a cui il Pd ha il dovere di dedicarsi.
Per fare ciò vi è bisogno di coraggio, partecipazione, inclusione ma soprattutto di una classe dirigente adeguata.
Assistiamo, invece, al rafforzamento delle oligarchie, nella provincia di Catanzaro più che altrove.
Il PD è, infatti, riuscito nel capolavoro di presentare una lista (per le elezioni provinciali del prossimo 20 dicembre) incompleta e priva di due dei tre consiglieri uscenti.
Il mancato, doloso, coinvolgimento di tanti amministratori e quadri dirigenti storici del Partito ha fatto sì che nelle chiuse stanze di qualche salotto di periferia siano state decise candidature e determinate esclusioni ma, soprattutto, si è scelto di mettere alla porta chi negli anni ha sempre contribuito ai tanti risultati lusinghieri del PD catanzarese.
Sì è scelto, quindi, di non rappresentare nessun bisogno ma di realizzare, più semplicemente, una lista su misura.
A Catanzaro, così come a Roma, i vertici del Pd hanno stabilito che il partito deve assumere la ‘forma’ di chi lo guida, senza sbavature e chiudendo definitivamente le porte alle tante culture diverse che animavano la discussione politica.
In antitesi con la carta dei valori democratici, oramai andata smarrita, nelle ‘stanze romane’ si è deciso di non ricorrere più alle primarie e ad annullare la partecipazione democratica rafforzando, quindi, il controllo oligarchico del PD.
Escludendo la partecipazione e la convergenza con chi ha sensibilità simili la rotta è tracciata, la destinazione finale è un’ampia e prevedibile sconfitta di cui più di uno dovrà assumersene la responsabilità.
*Presidente S&D