di ENZO COSENTINO
Il Pd provinciale ha tenuto questo pomeriggio la sua prima Assemblea. In parte dedicata agli adempimenti statutari e in parte alla discussione politica . Per La prima parte (ratifica della elezione del segretario della Federazione, nomina del presidente, composizione della direzione nella quale sono stati inclusi anche rappresentanti della cosiddetta attuale corrente di minoranza) “l’alzata di mano” è stato un passaggio ineluttabile, obbligato forse per accordi per dare all’organismo una parvenza di autentica democraticità. Il neo segretario provinciale, Domenico Giampà (che ha vinto il Congresso da unico candidato dopo il passo indietro fatto da Salvatore Passafaro, ex coordinatore del “circolo cittadino” di Catanzaro)ha ringraziato l’Assemblea assumendo – sul piano dialettico e non poteva essere diversamente- l’impegno di lavorare assiduamente per una immediata ripartenza della attività politica del Partito nel Capoluogo e su tutto il territorio provinciale. Alla presidenza dell’Assemblea è stato eletto Michele Drosi. Tesoriere sarà Teresa Signorello. Alla presidenza della Commissione di garanzia è stato chiamato l’architetto Attilio Mazzei. Poi la sequela degli interventi tra cui quelli dei due consiglieri regionali, Ernesto Alecci e Raffaele Mammoliti, del componente la direzione regionale del Partito, Pasquale Mancuso, della presidente della Assemblea regionale, Giusi Iemma. Tutti interventi centrati su tema della unitarietà e dell’investimento di idee e risorse per le problematiche più scottanti: dal lavoro, alla precarietà, ai bisogni diffusi della gente. Un dialogo continuo con gli amministratori degli Enti locali. Il Pd deve, deve, deve fare queste altre iniziative il clou deve fare un salto per riconquistare qualità del suo ruolo. Sulla vicenda scottante in questo momento nel Pd catanzarese- la scelta del candidato sindaco- solo qualche accenno volante- nessun passaggio chiarificatore. E non perché veramente regni incertezza ma per dare la sensazione che la soluzione maturerà in loco. Baypassando ogni intervento, quindi, del “Nazzareno”. Il Pd nazionale da quanto si dice negli ambienti locali dem,solitamente ben informati, avrebbe già una sua “decisione” bella e confezionata. Ma correttezza e deontologia vogliono che –per quanto ci riguarda- quel nome che potrebbe anche non essere unificante ma al contrario incentivare all’interno dello schieramento di centrosinistra una competizione, per vincere nel nome del Pd la corsa a Palazzo de Nobili, difficoltosa. Ufficialmente la scelta del candidato sindaco sembra sia stata affidata alle decisioni di un “tavolo” permanente che inizierà a lavorare sin da domani. Ma il famoso impegno di Boccia –daremo il nome del candidato sindaco di Catanzaro entro il 5 marzo è finito nel cestino. Altra operazione che metterà a dura prova la capacità della nuova dirigenza Pd di Catanzaro è la composizione delle liste. Quella con il simbolo e quelle dei movimenti satelliti.
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