“Quando prevalgono squallore e volgarità, quando il piano viene spostato dal ragionamento politico all’ offesa personale, qualsiasi confronto diventa impossibile”. Lo scrive Jasmine Cristallo, direzione nazionale PD. Che continua:
“Chi pensa, come Fabio Celia, di potersi collocare con la sua protervia da “signore delle tessere e dei voti” al di sopra della correttezza formale -dove la forma è sempre sostanza- e si avvale di un uso spregiudicato dell’attacco personale basato sul nulla e intriso di misoginia spicciola, testimonia soltanto povertà di argomenti ed inconsistenza politica. Celia incarna la profonda miseria di un certo modo di intendere ed abitare un partito. Un modo che non può appartenere ad un qualsiasi dirigente, iscritto o militante del Partito Democratico.
Non mi faccio di certo turbare e men che meno intimorire da certi miseri attacchi personali e vado avanti senza alcun timore di eventuali ritorsioni private o politiche: questo è il privilegio di chi è libera da condizionamenti, di chi non è ricattabile in alcun modo, di chi non è mai scesa a patti, di chi non è debitrice verso nessuno di alcun “favore”.
E credo che sia esattamente questa libertà a dar fastidio ed a generare in certi figuri -incapaci di un confronto politico alto- livore ed incontinenza verbale.
Fabio Celia continua, con la tracotanza di chi si sente intoccabile, a ritenere di poter gestire il partito come la succursale di una delle sue attività commerciali e si “scompone” quando non riesce a raggiungere gli obiettivi personalissimi che si era prefisso.
È inaccettabile che si debba assistere a certi teatrini che spesso rasentano l’indecenza e che mortificano il partito tutto.
Sconcerta che invece di incontrare il disappunto di alcuni alti dirigenti, certi comportamenti generino inspiegabili rabbonimenti e improbabili difese d’ufficio.
Nulla altro ho da aggiungere se non ricordare al “nostro” senza memoria che, nel 2011, mentre io combattevo a fianco di Salvatore Scalzo e del PD, lui già allora veniva inesorabilmente rimosso dall'incarico di Segretario cittadino ed oggi è, dunque, al suo secondo definitivo ed inequivocabile fallimento nel medesimo ruolo”.
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