Pestato a sangue e rapinato a Catanzaro, la Cassazione: "Fattore notturno da non considerare e pena da rideterminare"

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images Pestato a sangue e rapinato a Catanzaro, la Cassazione: "Fattore notturno da non considerare e pena da rideterminare"

  30 marzo 2022 00:23

di EDOARDO CORASANITI

Per la Corte d'Appello di Catanzaro "la commissione del reato "in tempo di notte era un'aggravante da valutare, considerare e mettere sul piatto della bilancia per la quantificazione della pena. Per la Cassazione invece la prospettiva è differente: va rivalutata la minorata difesa, l'aggravante che ricorre ogni volta che il reo approfitta di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all'età, tali da ostacolare la difesa della vittima. Il caso vede imputato Giuseppe Timpano, 38 anni, accusato di rapina e lesioni, condannato in primo grado e in secondo grado a tre anni, difeso dall'avvocato Valerio Murgano. 

Secondo l'accusa, il 12 ottobre 2019, una vittima viene adescata all’interno di un noto bar di Catanzaro Lido da un'altra persona (imputata con il rito ordinario) e con la scusa di un passaggio verso la zona di Santa Maria, quartiere a sud della città, lo portano in un luogo isolato nei pressi di viale Magna Grecia.

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 Iniziano a sferrare calci e pugni alla vittima, e Timpano lo colpisce con il casco sul viso e su tutto il corpo, provocando alla vittima la rottura del setto nasale e una serie di fratture.  Gli rubano il portafogli, i documenti, il denaro, la tessera sanitaria e le carte di credito. Poi fanno perdere le loro tracce, fin quando la Polizia non li ritrova grazie all'identikit fornita dalla vittima, ritrovata dopo qualche ora da una pattuglia dei poliziotti. 

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Dopo le due sentenze di merito la palla è arriva in Cassazione, che però ha annullato l'aggravante secondo cui Timpano avrebbe approfittato della notte per portare a termine il suo progetto criminale: non è  sufficiente ritenere l'astratta idoneità di una situazione, ma occorre "individuare ed indicare in motivazione tutte quelle ragioni che consentano di ritenere che in una determinata situazione si sia in concreto realizzata una diminuita capacità di difesa sia pubblica che privata". Le carte adesso tornano a Catanzaro che dovrà ridimensionare la sentenza di condanna in base all'annullamento dell'aggravante.

 

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