Il sindaco Saporito, giustifica l’iniziativa: “ L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali"
13 luglio 2023 18:51Il Comune di Petilia Policastro, attraverso un manifesto murale pubblicato anche sul sito internet, ha inteso esprimere la sua vicinanza al dolore dei familiari “per la perdita del loro caro congiunto” Rosario Curcio, uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo.
Le condoglianze sono state espresse dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Simone Saporito in occasione dei funerali di Curcio che sono stati celebrati due giorni fa a Camellino, frazione del comune nella quale risiedeva l'uomo.
Curcio, che nel 2014 era stato condannato in via definitiva all'ergastolo in via definitiva per l'omicidio di Lea Garofalo, individuato come l’uomo che materialmente sciolse nell’acido il cadavere della testimone, è morto lo scorso 29 giugno al Policlinico di Milano dove era stato ricoverato in fin di vita dopo essersi impiccato nella sua cella del carcere milanese di Opera. In occasione del funerale tra i tanti manifesti di vicinanza è apparso anche quello del Comune di Petilia Policastro.
“Il sindaco Simone Saporito e l’Amministrazione comunale partecipano al dolore che ha colpito la famiglia Curcio per la perdita del caro congiunto” è la frase riportata sul manifesto del Comune che nel processo per la morte di Lea Garofalo, peraltro, si è costituito parte civile. La stessa amministrazione aveva anche intrapreso una serie di iniziative per la legalità nel nome di Lea.
Il sindaco Saporito, però, giustifica l’iniziativa: “Da quando è scoppiata la pandemia come Amministrazione comunale abbiamo fatto un accordo con le agenzie di pompe funebri per fare i manifesti di vicinanza per tutti i funerali che si celebrano in città. L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo”. (AGI)
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