Petrusinu ogni minestra: "Dalle ambulanze ai primariati, una sanità allo sfascio"

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  31 luglio 2025 11:56

 Roberto Occhiuto rifletta bene su quanto sta accadendo nella Sanità. In quanto deus ex machina che muove tutti i fili del settore – dentro, fuori e attorno a esso – il Presidente deve assumersi le sue responsabilità. Che sono tante. Perciò abbia la compiacenza di riflettere bene, meglio e con coscienza.

Il caso della povera Carlotta, appena dodicenne, la cui ambulanza è giunta dopo due ore dalla chiamata, è solo l’elemento più triste di una vicenda – quella del 118 e delle ambulanze – che sta danneggiando l’intera regione. Pochi giorni fa abbiamo appreso che tale servizio presenta una distribuzione territoriale completamente asimmetrica, con affidamento della Regione fatto a pochi soggetti, solo “casualmente” ricadenti nella provincia cosentina; tutto ciò, evidentemente, non garantisce omogeneità ed equità del servizio nel territorio regionale.

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Occhiuto è responsabile anche dell’inutile e dispendiosa frammentazione universitaria di Medicina, anzi se ne rappresenta come fiero artefice mascherando la moltiplicazione dei corsi in ogni dove come risposta alla crisi sanitaria! Medicina nella sua Cosenza, in realtà, era un suo sogno e lo ha perseguito a tutti i costi, umiliando Catanzaro. Umiliazione, quest’ultima, amplificata dal rebus circa i soldi spariti per il nuovo ospedale del capoluogo, e dal mancato accreditamento del Sant’Anna Hospital, i cui posti di cardiochirurgia risulteranno “casualmente” utili al futuro Policlinico brutio su cui, recentemente, Occhiuto ha fatto l’ennesima figuraccia nel tentativo di forzare la mano attraverso la creazione dell’azienda ospedaliero-universitaria. Dall’altra parte, intanto, l’AOU Dulbecco stenta a raggiungere l’armonia tra universitari e ospedalieri.

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Altro capitolo, ma fondamentale, è quello dei primariati: a parole, la politica, con Occhiuto in testa, invoca la meritocrazia nella scelta dei Primari; di fatto assistiamo, però, alle consuete imposizioni provenienti dai consueti ambienti che nulla c’entrano con il servizio sanitario per il bene dei cittadini. La polemica di questi giorni sul concorso per selezionare il nuovo primario di Chirurgia Generale del presidio “Pugliese” di Catanzaro è l’ultimo caso che reclama chiarezza. Si vocifera che il posto sia stato “vinto” da qualcuno che solo “casualmente” è vicino a chi gestisce le sorti della sanità calabrese, mentre sarebbe un bene - oltre che un dovere di chi gestisce e vigila su tali concorsi -, che tale ruolo sia ricoperto dal migliore, dal più meritevole, da chi ha competenze, esperienze e professionalità a beneficio dei pazienti e non del potente di turno. La Chirurgia dell’ospedale hub del capoluogo di regione non può soggiacere ancora oltre a questi insulsi giochetti, a meno di volerne decretare il declino. Con danni che si ripercuoteranno su tutta la comunità. Un primario ha un ruolo-chiave, è una figura fondamentale, non un impiegato qualsiasi. Ci pensino bene, dunque, la dottoressa Simona Carbone, commissaria straordinaria della Dulbecco, e chi per lei.

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C’è più di qualcosa che non va nella gestione della Sanità calabrese, che risulta essere la più costosa rispetto al resto d’Italia, senza avere di contro servizi all’altezza; e poiché il tema è molto sentito avendo a che fare con la carne viva di ogni singolo cittadino calabrese, con le sue sofferenze e insicurezze quotidiane, Occhiuto dovrebbe raccoglierne il grido e operare scelte corrette.

Petrusinu ogni minestra

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