di ANTONELLA SCALZI
Piano del colore, ci siamo. Domani il progetto dell’architetto Fabio Rotella passerà al vaglio del Consiglio comunale e per Catanzaro scatterà ufficialmente l’era del restyling all’insegna del fresco e del bello. Centro storico e Lido: ecco il fulcro di un progetto di cui si parla da tempo e che punta alla riqualificazione dell’immagine della città a partire da coloritura, pulitura e restauro delle facciate. Tradizione per il Centro, innovazione per Lido: ecco le due priorità di Palazzo de Nobili per rilanciare di una città che vuole provare a rileggere le tradizioni coloristiche del centro per lasciare spazio alle novità nel quartiere marinaro. Elementi cromatici, tecniche e materiali, che per ora sono soltanto tavole grafiche e fotografiche, tabelle, schede, rilievi coloristici, relazioni e normative, faranno la differenza grazie a un Piano da allegare al Regolamento edilizio.
Sullo sfondo il sogno di fare di Lido un punto di attrazione culturale e turistica per la città, personalizzando gli edifici del lungomare con tratti e colori tipicamente mediterranei. E poi il centro storico che il Piano targato Rotella vuole elegante e uniforme nel rispetto degli edifici vincolati perché la storia di una città risalente al IX secolo e che nacque come borgo fortificato in questo Piano appare fondamentale. Duomo, basilica dell’Immacolata, Chiesa del Rosario e Complesso di San Giovanni non ammettono deroghe o errori. Sì, perché le bellezze a Catanzaro risono ed è da qui che il Piano del colore che sarà approvato domani vuole partire. Ed è così che a Lido sarà valorizzata 'a Gutta, una boa circolare che stava ancorata a circa 200 metri dalla riva, all’altezza di via Murano, dove vi era anche un faro (la lanterna) per la segnalazione al naviglio in transito.Un “piccolo gioiello di ingegneria navale dei primi del Novecento”, una parte della memoria storica cittadina che- i redattori del Piano l’hanno messo nero su bianco - «contribuisce e recuperare le origini e le tradizioni del passato in una logica di intensa ricerca della identità, della cultura ed anche della vocazione di Lido come città marinara».
Altra chicca la Torre Cavallara con la sua. «poderosa scala con struttura ad arco, che consentiva - mediante ponte levatoio oggi scomparso - l'accesso al primo piano». Storia da conservare tra cui spiccano anche esempi di archeologia industriale da salvaguardare come l’antica fabbrica della Tonnina. Ed è qui che il colore assume un ruolo fondamentale per fissare le peculiarità esistenti nelle diverse risposte cromatiche, nelle luminosità caratteristiche e nell'espressività della tabella cromatica, nell'ambito di insiemi omogenei di stesure. Uno stesso pigmento che offre curve spettrali diverse: ecco il gioco che punta a fare di Catanzaro una città straordinariamente bella e nella quale nulla sarà più lasciato al caso. A questo sono servite analisi e indagini accurate di un Piano che conta quasi 500 pagine. Non pagine bianche e tutte da scrivere, ma già in grado du mettere un punto fermo: «Gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, come pure gli interventi di nuova edificazione, debbono tendere alla riqualificazione complessiva dell’ambiente urbano, ponendo particolare cura al complesso degli elementi che contribuiscono a determinare la qualità dello spazio collettivo».
Sì, perché Catanzaro è una città che ha tanto da offrire e il Piano punta a conservare il maggior numero di testimonianze, materiali e non, della propria storia. aStop al degrado, ai fronti danneggiati e allo sporco, ma nessuna modalità di intervento rigida perché «per ogni fabbricato è necessaria un’analisi e conoscenza specifica per consentire modalità d’intervento appropriate». A un patto, però: «La scelta del colore dovrà essere coerente con la storia e le funzioni dell’edificio e con il contesto in cui quest’ultimo si inserisce. Manutenzione ordinaria o straordinaria che sia andrà fatta d’ora in poi tenendo in debita considerazione i colori per quella costante ricerca del bello che a Catanzaro vuole finalmente avere un ruolo centrale.
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