Picchiata dal marito e dal figlio davanti al bimbo piccolo, due arresti a Reggio Calabria

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Foto di archivio della Polizia
  11 maggio 2020 12:52

Nel periodo storico che stiamo attraversando, le attività di controllo del territorio degli Agenti della Polizia di Stato vedono gli operatori delle Volanti impegnati sul duplice fronte della  prevenzione e repressione dei reati e delle verifiche per il rispetto delle norme emanate per l’emergenza epidemiologica del Covid-19.

Seguendo le indicazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza particolarmente alta è l’attenzione quotidianamente posta nei confronti delle vittime di violenza di genere che in questo momento di permanenza domiciliare obbligata possono risultare ancor più esposte a vessazioni, ed è grazie alla prontezza dei poliziotti in strada che un nuovo significativo risultato è stato realizzato su questo fronte, ponendo al sicuro una donna che aveva richiesto aiuto dopo essere stata violentemente picchiata dal marito e dal figlio.

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La vittima, una volta riuscita a fuggire di casa, ha telefonato al 113 riferendo di aver subito le violenze e di aver trovato riparo in strada, nascondendosi dietro un’automobile parcheggiata.

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Immediatamente sono intervenuti gli Agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico di Reggio Calabria , che hanno raggiunto il luogo indicato ed hanno trovato la donna, che presentava vistose ecchimosi sul collo e sul volto, e che, con voce tremante, si lasciava andare in un lungo pianto raccontando dell’ultimo di una serie di analoghi episodi di violenza subita di cui già in passato era stata vittima. Fino a quel momento aveva creduto di salvare la pace familiare non denunciando quanto accadeva tra le mura domestiche.  La stessa aggiungeva, peraltro, che al grave episodio di violenza aveva assistito anche il figlio minorenne che aveva tentato invano di aiutarla, ma era stato spinto violentemente per terra dal padre riportando una lesione al gomito sinistro; il ragazzo si era poi allontanato da casa, scappando e rifugiandosi presso l’abitazione di una zia sita a poca distanza.

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  In base a quanto ascoltato e formalmente denunciato, le operazioni sono state condotte alla luce delle best practice definite attraverso i protocolli operativi EVA e LIANA per i reati di violenza di genere:  considerata la gravità dei fatti occorsi interrotti solo grazie al pronto intervento degli operatori, e la pericolosità della condotta dei autori del reato, già gravati da numerosi precedenti penali, questi ultimi sono stati tratti in arresto per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.

Il G.I.P. ha convalidato il provvedimento di polizia ed emesso ordinanza cautelare per entrambi i responsabili, disponendo l’immediato allontanamento dalla casa familiare, il divieto di farvi rientro, il divieto di avvicinamento alla parte offesa ed a tutti i luoghi frequentati dalla stessa, nonché il divieto di contattarla con ogni mezzo ed arrecarle qualsiasi molestia.

L’ennesimo significativo e tangibile risultato, maturato grazie all’attenzione ed all’impegno profuso costantemente dalla Polizia di Stato nella tutela delle vittime di violenza di genere, è stato reso possibile dalla tempestività dell’intervento indispensabile per evitare ulteriori e ben più gravi conseguenze per i soggetti vulnerabili.

I quotidiani risultati degli Agenti delle Volanti si accompagnano all’invito alle vittime di violenza di genere a denunciare episodi simili, che non possono e non devono rimanere all’interno delle mura domestiche.

Gli investigatori della polizia di Stato sono convinti di "essere riusciti ad evitare il peggio" per la donna aggredita dal marito e dal figlio maggiorenne a Pellaro, quartiere della periferia sud di Reggio Calabria.

"Il protocollo del Dipartimento della pubblica sicurezza per l'emergenza epidemiologica del Covid-19 - dicono - ha, ancora una volta, dato i frutti sperati a protezione delle vittime della violenza di genere, soprattutto le donne, più esposte alle vessazioni a causa della convivenza forzata". Il marito della vittima ha poco meno di cinquant'anni, e seppure non coinvolto in ambienti mafiosi, ha precedenti per tentato omicidio, minacce, lesioni personali ed estorsione. Mentre il figlio, appena ventenne, non ha alcun pregiudizio penale.

"L'episodio - dicono gli investigatori - è, se possibile, ancora più grave perché maturato in un contesto familiare di non particolare bisogno economico, e l'esplosione di violenza contro la donna giunge al culmine di una serie di episodi precedenti non denunciati per tenere unita la famiglia. Tant'è che il padre ha persino colpito il secondo figlio, un ragazzo sedicenne, che aveva tentato di dissuaderlo dal colpire la madre, rimediando però una ferita al gomito sinistro". Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip Valerio Trovato su richiesta del sostituto procuratore Alessandro Moffa.

 

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