Piero Mascitti: "Il Marca deve essere una Città-Stato"

di PIERO MASCITTI 

“Adesso il re ha detto al negro 

"Devi lasciar perdere il reggae"

Il petrolio nel deserto 

È schizzato alle stelle 

Lo sceicco ha guidato la sua Cadillac 

Si è fatto un giretto giù in città 

Il muezzin era lì in piedi 

Sulla griglia del radiatore

Allo sceriffo non piace 

Che si suoni il rock nella Casbah 

Che si suoni il rock nella Casbah 

Allo sceriffo non piace 

Che si suoni il rock nella Casbah 

Che si suoni il rock nella Casbah”

Questo cantavano i Clash. E la Casbah è arrivata anche a Catanzaro. Si è aperta una sterile discussione per la gestione del MARCA: istituzioni contro istituzioni, con improvvidi consiglieri regionali che si trasformano in pesanti manganelli agitati contro la massima autorità provinciale,  quando il buon senso avrebbe suggerito la terzietà e un armonioso silenzio. Chi mi conosce sa bene che le polemiche non mi appassionano, preferendo a queste la riflessione e l’elaborazione. Questa polemica dobbiamo però volgerla al positivo e aprire un serio e rigoroso dibattito sulla gestione del MARCA. 

Ecco il mio pensiero: il MARCA deve essere una città-stato. Come il Centre Pompidou di Parigi deve diventare un centro di sapere condiviso ed evangelizzare attraverso l’arte, la poesia e la musica le attuali e future generazioni catanzaresi. 

Ricordo un bellissimo articolo di Bernardo Vallii in cui l’autore narrava di giovani che si recavano gioiosi ed entusiasti a seguire il vasto e composito programma del Centre Pompidou. 

Mi auguro che una grande assemblea di semplici cittadini ed istituzioni vogliano discutere del futuro del MARCA, e che a dirigere il nostro museo non sia un amico degli amici, ma un professionista dal curriculum internazionale che si prodighi a costo zero per trasformarlo in un’autentica istituzione riconosciuta a livello transnazionale.

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