Pillole anti Covid prescritte a 5.389 pazienti, ma in Calabria a meno di 100

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  14 febbraio 2022 13:36

In circa un mese, sono stati 5.389, in Italia, i pazienti a cui sono stati prescritti gli antivirali orali, ovvero le cosiddette pillole anti-Covid da assumere a casa e indicate per il trattamento precoce dell'infezione da Sars-Cov-2 in pazienti non in ossigenoterapia, ma a maggior rischio di forme severe. Di questi, 5.348 hanno ricevuto una prescrizione di Lagevrio (molnupiravir) di Merck-MSD, mentre a 41 è stato prescritto Paxlovid (nirmatrelvir e ritonavir) sviluppato da Pfizer e ultimo arrivato in Italia.

E' quanto emerge dal quarto monitoraggio dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) sull'utilizzo degli antivirali per il Covid-19, basato su dati estratti il 10 febbraio e dal quale, tuttavia, emerge che in Calabria sono stati prescritti solo a meno di 100 pazienti.

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La determinazione Aifa sulle modalità di utilizzo in fase precoce degli antivirali è in vigore dal 30 dicembre, giorno dal quale è partito il monitoraggio. Di fatto però, la distribuzione di molnupiravir è stata avviata il 4 gennaio e dopo sono iniziate le prime prescrizioni, mentre per Paxlovid, la distribuzione in Italia è iniziata il 4 febbraio. Per quanto riguarda Lagevrio (molnupiravir) di Merck-MSD, fino al 9 febbraio (dati riferiti ai giorni di monitoraggio e non a quelli della data di estrazione) sono avviati trattamenti per 5.146 pazienti con ampie differenze regionali: 764 sono quelli avviati nel Lazio, 650 in Liguria, 536 in Piemonte, 520 in Veneto, 395 in Toscana, 353 in Puglia, 333 in Lombardia, 309 nelle Marche, 269 in Emilia Romagna, in 162 Friuli Venezia Giulia, 151 in Sardegna e Umbria, 134 in Campania, 115 in Abruzzo. Le altre regioni, tra cui la Calabria, sono sotto i 100 e in Basilicata non ne risulta nessuno.

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Osservando soli dati 3-9 febbraio, è evidente un calo del 10% di prescrizioni settimanali, di pari passo con il calo dei contagiati dal Sars-Cov-2. Sono stati, invece, 2.598, fino all'8 febbraio, i pazienti che, in fase precoce di malattia, hanno ricevuto veklury (remdesivir), l'antivirale di Gilead, che, a differenza dei primi due, è somministrabile endovena, e non per via orale.

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