di TERESA ALOI
La riservatezza è massima, così come anche l'anonimato. Perché non è mai abbastanza quello che si fa per fermare la violenza sulle donne. Basterà spingere un bottone per chiedere, e soprattutto ottenere, un aiuto immediato. Entro il 30 giugno, saranno 50 le cabine fototessere distribuite su tutto il territorio italiano: da Milano ad Agrigento, passando anche per Catanzaro. Un nuovo punto di aiuto per le donne vittime di violenze.
Sono le Pink Box - 'scatola rosa'- dove sarà possibile aprire un collegamento diretto con il call center 1522. L'idea è nata dopo la morte di Giulia Cecchetin, dopo le foto pubblicate della ragazza. Per questo le Pink Box aiuteranno tutte quelle donne in difficoltà che non hanno la possibilità di usare il telefono oppure chiamare in libertà tra le mura di casa.
Il progetto è stato reso possibile dall'incontro tra l'associazione Differenza Donna e Dedem, l'azienda nata nel 1962, che in Italia gestisce circa quattromila cabine con macchine per lo scatto delle fototessere.
L'obiettivo è quello di denunciare violenze fisiche e psicologiche al riparo da sguardi indiscreti: spingendo semplicemente un bottone si potrà parlare con le esperte del 1522, l'aiuto on line violenza e stalking che solo nell’ultimo trimestre del 2023 ha ricevuto 54 mila chiamate. fingendo di farsi una foto.
E' così che le cabine dove si scattano le fototessere si trasformano in vere e proprie postazioni di aiuto. Un servizio pubblico gratuito, multilingua e attivo 24 ore su 24.
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