Pisano (Dipartimento Lavoro FdI): "Prestiti del decreto liquidità un flop. Migliorare l'accesso al credito"

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Per Pisano occorre "che il governo nazionale si attivi prima possibile per fornire misure di sostegno ai piccoli commercianti, autonomi e più in genere partite iva"

  24 novembre 2020 10:21

"Una recente indagine della Federazione autonoma dei bancari italiani ha certificato che ai prestiti garantiti dallo Stato, facenti riferimento al decreto liquidità, hanno avuto accesso per il 52,7% le aziende del nord Italia.  In ordine decrescente Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana". Così in una nota di Pierpaolo Pisano Responsabile Dipartimento Regionale Lavoro Fratelli d’Italia.

"Tale situazione, prosegue Pisano - ha inevitabilmente generato il mancato accesso a tale forma di credito di molte aziende e partite iva del Mezzogiorno. Il tanto sbandierato prestito di 25 mila euro per la maggior parte di queste aziende, commercianti e lavoratori autonomi, si è rivelato un miraggio".

"Lo studio ha inoltre certificato che molti di coloro i quali hanno avuto accesso al prestito - evidenzia - lo hanno fatto prevalentemente per rinegoziare finanziamenti già in essere quindi facenti riferimento al periodo precedente all’emergenza covid. Per la felicità delle banche, si può serenamente asserire che i prestiti garantiti dallo stato sono andati alle aziende non soggette a problemi finanziari mentre, loro malgrado, tutte le aziende in difficoltà hanno avuto solo marginalmente benefici da questo provvedimento emergenziale. Nonostante il governo avesse rassicurato sulla bontà di questa forma di aiuto economico lo stesso si è rivelato un flop. La mancata possibilità di accedere al sistema creditizio da parte di questi soggetti aumenta inevitabilmente il rischio di consegnarli nelle mani di usurai e attività criminali".

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"D'altronde più volte lo stesso Procuratore della Repubblica di Catanzaro - ribadisce Pisano - ha fatto esplicito riferimento al fatto che la crisi economica legata alla pandemia, potesse generare “spazi”  nei quali la criminalità organizzata potesse infiltrarsi. Per tali ragioni occorre che il governo nazionale si attivi prima possibile per fornire misure di sostegno ai piccoli commercianti, autonomi e più in genere partite iva.  Nell’attesa di comprendere quali siano realmente le risorse destinate a dare ristoro a queste categorie, sarebbe opportuno favorire un sistema di accesso al credito per le aziende del Mezzogiorno capace non solo di far fronte alle spese correnti ma ancor più di fornire la possibilità a questi lavoratori di rilanciare le proprie attività".

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"Per rilanciare il Mezzogiorno, occorrono politiche economiche coraggiose e certamente lontane dalle logiche di mero assistenzialismo. Assistenzialismo che vede la sua peggiore incarnazione nello strumento del reddito di cittadinanza. Pur essendo favorevoli a necessarie forme di sostegno alle fasce deboli, riteniamo che gli effetti di tale misura siano stati addirittura socialmente sperequativi.  La cronaca ha ampiamente raccontato di percettori del reddito di cittadinanza che lavorano in nero o che addirittura, in alcuni casi, risultano legati alla criminalità. Perché  dunque continuare ad alzare la saracinesca, - conclude il Responsabile Dipartimento Regionale Lavoro Fratelli d’Italia - tra mille difficoltà e la pressione fiscale più alta d’Europa, anziché starsene seduti in poltronissima riscuotendo il reddito di cittadinanza? Contraddizioni  sociali ed economiche che lacerano la già compromessa tenuta sociale. Questo  scenario, di conseguenza,  ci consegna un’Italia sempre più divisa socialmente ed economicamente. Questo non può più permetterselo il mezzogiorno e inevitabilmente  l’intera Nazione"

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