«Gli intoppi burocratici continuano, in Calabria, a frenare interventi urgenti e indispensabili, fatto grave soprattutto se le questioni su cui intervenire sono di natura sanitaria. Questa volta a rimetterci, a causa di inutili ritardi, è la salute dei cittadini della provincia pitagorica, che da ben 39 giorni non possono usufruire della macchina per processare i tamponi “minipiner 96” pur essendo quest’ultima stata acquistata dall’Asp di Crotone e consegnata all’ospedale “San Giovanni di Dio” al fine di rendersi “indipendente” dal laboratorio analisi del Pugliese Ciaccio di Catanzaro».
Il consigliere regionale Francesco Pitaro commenta la situazione di stallo del nosocomio crotonese e definisce «a dir poco surreali e tragicomici i contorni della vicenda: la consegna della macchina, dopo insistenti pressioni atte a velocizzare i tempi, è avvenuta lo scorso 3 dicembre ma ad oggi rimane chiusa e inutilizzata in una stanza dell’ospedale a causa di problemi legati al locale in cui collocarla ma anche di pareri discordanti circa l’attribuzione delle competenze sulla stessa. Nel frattempo i tamponi di tutta la provincia, ad eccezione dei casi di emergenza, continuano a ingolfare il laboratorio analisi del capoluogo della regione che, per forza di cose, consegna in ritardo il risultato degli esami».
«È inaccettabile – conclude Pitaro – che in piena pandemia da Covid-19 conflitti burocratici ostacolino l’importante sistema di tracciamento dei contagi. È auspicabile che la Regione e il nuovo commissario dell’Asp di Crotone Domenico Sperlì facciano quanto in loro potere per porre rapidamente fine a una querelle che si consuma sulla pelle dei cittadini».
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