"Mi auguro che il sequestro del ‘Grande albergo Parco delle Fate’ di Villaggio Mancuso (attraverso il provvedimento cautelare eseguito dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza su disposizione del gip del Tribunale di Catanzaro Alfredo Ferraro) non significhi la perdita definitiva di un monumento storico nazionale dichiarato bene di notevole interesse architettonico dal Ministero per i Beni Culturali con Ddr n. 124 del 28 novembre 2007, ma possa, invece, suscitare l’attenzione, finora quasi o del tutto mancata, delle Istituzioni locali, regionali e nazionali e dell’imprenditoria privata, affinché si individui un percorso di recupero e rilancio".
Lo scrive il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo Misto).
"Questa infrastruttura turistica della Sila catanzarese (luogo del cuore del Fai), realizzata in legno sulla falsariga delle abitazioni altoatesine per farne il buen retiro di esponenti del jet set nazionale ed internazionale e da anni purtroppo in condizioni di abbandono, è uno dei luoghi-simbolo delle bellezze della Calabria e dell’intraprendenza imprenditoriale calabrese (l’ha realizzata negli Anni ’30 quel visionario pioniere del turismo silano che è stato Eugenio Mancuso). La struttura è stata uno degli spazi iconici più celebrati del turismo montano calabrese del secondo dopoguerra ed è stata alla ribalta delle cronache anche per la presenza di star del cinema e dello spettacolo del calibro di Sophia Loren, Silvana Mangano, Amedeo Nazzari, Vittorio Gassman, Giovanna Ralli, Gigi Proietti e Oreste Lionello".
"Il suo declino è, suo malgrado, la metafora di una Calabria che sul turismo ha disatteso la salvaguardia dei propri beni d’immenso prestigio e dell’assenza di una strategia di sviluppo economico e di valorizzazione della montagna. Si è bravi in Calabria a dolersi per le insufficienti attenzioni dello Stato, molto meno a convogliare impegno e risorse umane e finanziarie, mettendo in rete anzitutto i protagonisti istituzionali, per mettere in sicurezza e a valore i nostri beni ambientali, storici ed architettonici. Quando a febbraio del 2020 è crollato a causa di un incendio una parte del tetto dell’ “Albergo delle Fate” ( poi riparato dalla proprietà) ho chiesto un sopralluogo da parte degli Assessori regionali alla Cultura e al Turismo della Regione Calabria, perché si rendessero conto del pregio culturale dell’opera e della gravità di quanto accaduto. E si concertasse un percorso di impegno - assieme al Comune di Taverna, patria di Mattia Preti, al Parco Nazionale della Sila e al Ministero dei Beni Culturali - finalizzato a salvaguardare questo tesoro culturale prezioso per qualsivoglia progetto di riscoperta e valorizzazione di questa parte della Sila. Allora (riparato il tetto dalla proprietà) non si concluse nulla. Ripropongo adesso la richiesta dell’avvio presso la Presidenza della Regione di un incontro urgente che consenta, interpellando i soggetti pubblici e privati che hanno voce in capitolo, la possibilità di un rapido intervento di manutenzione generale di un’infrastruttura carica di fascino e suggestioni, immersa nella natura, fra i pini altissimi e la vegetazione rigogliosa della nostra Sila".
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