Pittelli, la Cassazione rinvia il caso a Catanzaro: "Rivalutare la messa a disposizione dell'avvocato"

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images Pittelli, la Cassazione rinvia il caso a Catanzaro: "Rivalutare la messa a disposizione dell'avvocato"
Giancarlo Pittelli
  23 novembre 2022 21:47

di EDOARDO CORASANITI

Rivalutare se la condotta del legale si possa configurare come reale e concreta messa a disposizione nei confronti della cosca. Le nuove motivazioni della Corte di Cassazione entrano a piedi uniti nella storia processuale di Giancarlo Pittelli, avvocato (ora sospeso),  imputato con l'accusa di concorso esterno nel maxi processo in corso nell'aula bunker denominato Rinascita Scott e sottoposto a misura cautelare (prima in carcere e poi agli arresti domiciliari) dal 19 dicembre 2019. 

Annullando con rinvio al Tribunale di Catanzaro, i giudici romani premono su un tasto: il magistrati calabresi ora dovranno "verificare se ed in che misura sia praticabile un concorso esterno da parte del professionista il quale si sia in ipotesi limitato a "mettersi a disposizione" della cosca e se, nel caso che ci occupa, anche "depurata" dell'apporto di notizie riservate e non ancora diffuse, tale condotta sia stata di  per sé in grado di fornire un contributo causale alla attività e sopravvivenza del sodalizio". 

Estrapolato dal linguaggio giuridico, le parole della Cassazione vanno verso una direzione, toccano il pilastro su cui si poggia il mantenimento della misura cautelare che assorbe la vita di Pittelli da quasi tre anni: la "messa a disposizione" dell'avvocato nel recepimento dei verbali in cui il collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, accusa suo fratello. Ancora più nello specifico: "più stretti familiari". Una riferimento che però si scontra con un dato, basato sul fatto che  quando è trapelata pubblicamente la notizia del pentimento di Mantella, chiunque "fosse stato minimamente a conoscenza della "storia" criminale del collaboratore, alla individuazione del di lui fratello come il parente "stretto" al quale la notizia doveva essere riferita", scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi.

Anche perché, quando è stata captata l'intercettazione (12 settembre 2016) in cui Pittelli parla del verbale, Mantella doveva ancora riferire ai magistrati del ruolo del fratello. E dunque, secondo gli Ermellini, Pittelli non poteva conoscere il contenuto prima ancora che il collaboratore pronunciasse quelle accuse, come evidenziato dal collegio difensivo composto dagli avvocati Salvatore Staiano, Giandomenico Caiazza e Guido Contestabile.
A meno che non lo si voglia accusare di essere capace di predire il futuro. Una condotta fondamentale per un uomo definito la "cerniera tra due mondi ('ndrangheta e massoneria, ndr)" , ma che ora, alla luce della nuova sentenza della Cassazione, dovrà superare la soglia della punibilità e dell'esigenza della sussistenza della misura cautelare degli arresti domiciliari, dopo tre anni e uno stato di salute più volte definito critico . 

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