“Il platano più grande d’Italia sia l’icona della Calabria per promuovere il suo patrimonio naturalistico e storico con uno spot finalizzato alla valorizzazione della stagione estiva 2021. Una Regione attenta non si lasci sfuggire l’occasione di mettere nel circuito multimediale un bene naturalistico millenario come il platano di Curinga a poche centinaia di metri dai ruderi dell’Eremo di Sant’Elia Vecchio del IX secolo opera dei monaci basiliani”. Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro in visita al platano “dalla bellezza struggente, che ha già vinto il concorso ‘Albero italiano 2020’ e partecipato all'European Treeof the Year 2021”.
Aggiunge: “Questo platano alto 31,5 metri e con una circonferenza del tronco di 14,75 metri è il simbolo di una Calabria affascinante, capace di attrarre visitatori da ogni parte del mondo, per ammirare il tronco dall’apertura di oltre tre metri, ma anche per ammirare il tramonto sul Tirreno con vista sulle Eolie e lo Stromboli”.
Pitaro ha ringraziato l’associazione “Costa Nostra”di Curinga, che si occupa di difesa del territorio e promozione sociale “e vorrebbe tutelare l'area di Vrisi istituendo un parco naturale che possa promuovere progetti di ricerca e di conservazione, integrando percorsi di trekking e di eco-turismo. La creazione di un realtà simile - hanno sostenuto Giuseppe Iemme, Pierdomenico Zarola e Pietro Perugino - permetterebbe di salvaguardare il platano, valorizzare l'adiacente Eremo di S.Elia e recuperare la pineta di Corda. Nel lungo termine, progetti di ricerca, scavi archeologici e visite guidate saranno fondamentali per diversificare l'economia dell'area”.
Ad avviso del consigliere regionale: “Natura e cultura è il binomio su cui la Calabria deve puntare, investendo risorse e affidandosi ai nostri giovani per fare sviluppo equilibrato e creare nuova occupazione. Dappertutto vedo associazioni che hanno scoperto l’importanza di salvaguardare i beni naturalistici e storici ed è a loro che la Regione deve guardare. Se ci sono intoppi politici e burocratici vanno denunciati e scardinati. La Regione deve rivoluzionare il suo rapporto con la ricchezza ambientale e storica della Calabria. La costituzione di più aree protette è la migliore risposta per proteggere paesaggi ed ecosistemi ricchi di biodiversità e innescare processi di sviluppo in ambiti decisivi su cui l’Europa sta fortemente puntando: la bio-economia, il turismo intelligente, la gestione dei beni culturali e la manutenzione del territorio”.
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