di MARIA PRIMERANO
In inverno ci si raggomitola intorno a un spettacolo e si sogna, tenendo lontano il freddo. Così ieri sera al Politeama, sfidando pioggia e freddo, un pubblico, seppure esiguo ma fortunato, si è trovato ad assistere a uno spettacolo speciale e si è, delicatamente, in questo raggomitolato. Roberta Racis fluttua sul palcoscenico per circa quarantacinque minuti, senza stancarsi, tra tappeti di foglie sparse per terra e un solo cespuglio di bosso a forma di cono che si staglia in profondità sulla scena.
È persa in un bosco e, vestita di bianco, eterea, si muove avvolta dalle organze leggere, in una continua e ripetitiva fascinazione di passi. Mentre il vento impalpabilmente sussurra, poi fischia, urla, una serie ininterrotta di suoni della natura, dal mormorio delle acque agli stridori degli uccelli, le svela i segreti del bosco. A dominarla una palla di luna dai contorni sfumati e a bagnarla le luci di scena, un alternarsi di bluette, indaco, violetto. Poi la nebbia, che si solleva a folate e la cinge, l’attornia, l’assedia, coinvolgendola in una dissolvenza con gli spiriti della natura.
Sulla scia dei grandi balletti ottocenteschi che prevedevano un “atto bianco” fatto da silfidi danzanti vestite di bianchi tutù, la Racis è la nuova contemporanea Giselle, che cerca se stessa, si agita, si muove, si rotola, si contorce, interrogandosi sulla vita e sulla morte. In un gioco continuo tra fisicità e spiritualità, in un astrattezza persistente di sensazioni ed emozioni.
Il bosco in cui si è persa è il bosco della sua infanzia e in questo lei si strugge e canta … wandering in the fog, wandering in the fog, (vagando nella nebbia), an hungry spirit, (uno spirito infuriato), a wild dancer, (una danzatrice sfrenata). Brava.
ATTO BIANCO, il titolo della performance di danza contemporanea, prodotto da Oscenica e sostenuto da Primavera dei Teatri, Fondazione Armunia e Marche Teatro, si chiude tra le luci del rosa dell’aurora e del giallo dei prati, quasi come una rinascita.
Are you dancing enough? (Stai ballando abbastanza?) chiede una spia luminosa che la Racis accende in finale. Sì, perché la danza è una meravigliosa terapia.
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