di EDOARDO CORASANITI
"Il fatto non sussiste". Due ore di arringa difensiva per dire chiaramente al Gup di Catanzaro, Simona Manna, che Francesco Talarico, assessore al bilancio della Regione Calabria, è innocente e non è colpevole delle accuse a lui mosse dalla Dda di Catanzaro: associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso e corruzione elettorale e per cui a settembre i pm Paolo Sirleo e Veronica Calcagno hanno chiesto 8 anni di reclusione.
Oggi invece l'avvocato Francesco Gambardella, legale del politico dell'Udc, ha discusso davanti al giudice che dovrà condannare o assolvere i 25 imputati con rito abbreviato del processo "Basso profilo", il blitz che il 21 gennaio 2021 ha portato all'emissione di 50 misure cautelari. Al centro dell'indagine guidata dalla Dda di Nicola Gratteri i presunti collegamenti tra mafia, politica, imprenditoria e criminalità organizzata crotonese, catanzarese e reggina. Coinvolti consiglieri comunali e regionali, imprenditori e presunti colletti bianchi (notai e avvocati) di Catanzaro e Crotone ritenuti a contatto con i maggiori esponenti delle 'ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come "Bonaventura", "Arena" e 'Grande Aracri'.
Nell'aula bunker di Catanzaro, l'avvocato Gambardella ha cercato di convincere il magistrato giudicante dell'innocenza del proprio cliente, partendo dalla convinzione che mai di nessuna utilità o guadagno avrebbe goduto Talarico. E questo, per il legale, non emergerebbe nemmeno dalle conversazioni con Tommaso Brutto (imputato): entrambi erano membri dell'Udc e dunque la discussione sembrerebbe muoversi esclusivamente su un piano politico anche in vista delle imminenti competizioni elettorali. Gambardella ha messo in luce come un mese la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio al Tdl di Catanzaro l'ordinanza con la quale i giudici del Riesame, pur escludendo la corruzione elettorale mafiosa e l'aggravante della mafiosità in una associazione a delinquere, avevano confermato l'accusa di associazione a delinquere per l'assessore al Bilancio della Regione Calabria.
Come candidato alle elezioni politiche del 2018, secondo l'accusa, avrebbe offerto il suo appoggio, "in cambio di un consistente pacchetto di voti, per introdurre in ambienti politico-istituzionali nazionali" due imprenditori. A Talarico, inoltre, viene contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso sempre in relazione alla candidatura alle politiche del 2018. In quella occasione, per l'accusa, si sarebbe incontrato con alcuni referenti reggini di colui che per l'accusa è l'imprenditore di riferimento dei clan del Crotonese.
Gambardella ha chiesto l'assoluzione perché "il fatto non costituisce reato" anche per il commercialista Bonofoglio.
Le arringhe difensive continueranno il prossimo 18 ottobre, quando le difese degli imputati porteranno all'attenzione dei giudici argomentazioni ed elementi contrari di quelli finora evidenziati e che hanno spinto la Procura a chiedere 24 condanne e un'assoluzione in abbreviato (LEGGI QUI LE RICHIESTE DI CONDANNA). Altri 48 imputati hanno optato per il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio a luglio (LEGGI QUI).
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