Politica, Speziali: “Il Paese delle macchinette e delle caricature”

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Da destra Vincenzo Speziali con la moglie Joumana e Il Presidente Giulio Andreotti
  21 agosto 2022 17:41

di VINCENZO SPEZIALI

E poi qualcuno si meraviglia -o ci resta male- se il sottoscritto la butta a ridere, sconsolato e desolato, oppure risulto dissacrante, perché resto fedele al motto romano del "quanno ce vo ce vo"!

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Vado immediatamente al punto, così mia moglie e alcuni miei amici d'infanzia (ma se per questo, pure quelli un po' più age` come Franco Petramala e Marilina Intrieri) non mi accuseranno di eccessivo 'forlanismo' -posto che per me è una virtù e non certo un vizio!- quindi non eccedero` in preamboli e premesse.

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Le liste, si le liste, croce e delizia - seppur nel caso odierno, dolore e mestizia- di questa (come di altre) campagna elettorale, con la prodromica compilazione dei nominativi in lizza, i quali -i nominativi, appunto- sembrano più che altro sbandati di balera, invece di assurgere al ruolo di patres conscripti (cioè il titolo dei senatori dell'antica Roma, in luogo ai legislatori attuali).
Avanzano, gli attuali ed improbabili figuri, alla stregua di una frotta di cooptati -poiche` non essendovi elezione con preferenze, tali sono e per tali funzioni sono scelti- e i nominati (che abusivamente si installano nelle istituzioni) lo sono da questi presunti feticci, i quali da soli si proclamano partiti e a loro volta, invece, sarebbero da definire luoghi di autoreferenzialità, guidati, pro tempore, da 'leaderini' fallaci (e in alcuni casi senilmente rimbambiti).
La frotta medesima (per non definirla gregge, alfine di non offendere le pecore, poiché esse almeno hanno la lana e i cooptati parrebbero cercar la grana) si arrabbatta come può, pensando di essere persino un accrocchio di gente seria o di darla ad intendere.

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Premetto subito e sin da ora, a fronte di qualcuno che volesse tacitare la mia legittima critica politica: sono di Bovalino -per di più princeps loci (per coloro che non sono adusi come me alla lingua di Cesare o Cicerone, significa principe del luogo)- e vivo a Beirut - quale princeps iure uxoris (ovvero, sempre per i misconoscenti del 'latinorum', per diritto di moglie)- quindi per le ipotetiche notifiche di eventuali atti, attenderei ciascuno o tutti, in tali territori, chiaramente con i miei modi consoni e appropriati!
Prendiamo il primo caso, ovvero quello di un signore importato in Calabria, benché sia partenopeo: e dire che Napoli mi risulti essere la città del grande Totò (non mio cugino, bensì il principe Antonio de Curtis), il quale faceva non solo ridere, ma era un signore di fascino ed emanava eleganza.


Bene, il candidato a noi rifilato -alla stregua delle stelle cadenti (manco fossero quelle della notte di San Lorenzo)- fa pure lui ridere, non solo per la fisicità che lo affligge, ma per le corbellerie da lui fatte e che continua a fare -anche cagionando dolore ad altrui persone (lui se ne frega essendo tronfio di quell'intimo ed infimo complesso di inferiorità, riferibile al suo io medesimo)- anzi ha egli stesso uno stile, benché, in questo caso uguale non agli aristocratici della sua città -che è il capoluogo della Campania- bensì riferibile a quello di un'altra, ovvero Theran, capitale dell'odierno Iran.
Si dice e si narra che fosse un fustigatore, (pardon un procuratore), eppure quando parla con quell'accento sibilante e cantilante,  mi viene in mente un giureconsulto da madrassa islamico fondamentalista, il cui nome è Ruhollah Khomeyni.
E se costui si ritrovasse destinatario di qualche indagine di un Paese straniero -con relativo atto- e fosse eletto parlamentare (ma la vedo difficile!), come si comporterebbe? 
Invocherebbe la da lui disprezzata 'immunita` parlamentare', come faceva un tempo e lo faceva discutibilmente, ma sempre in capo agli altri?


Ad onor del vero, ne abbiamo un altro di soggettone (e sempre di importazione), con in più il crine da leone (quasi volesse competere con il mio, che notoriamente è più credibile del suo), ed in più, pure lui faceva il fustigatore (mannaggia a questa scrittura automatica: volevo dire il procuratore!), però era -notorissimamente- anche in correlazione con un compilatore seriale di informazioni riservate (ovviamente a mo' di dossieraggio), il quale (il dossieratore, per l'appunto!) è stato presto detto obliato, smentito, dimenticato nonché allontanato e per di più rinnegato, dall'endemico e paracrinologico felino (di cui prima), nel momento in cui la sorte giudiziaria andava avversa all'amico esperto di dossier e un tempo molto intimo (e qualcuno dice suo sodale).
Se perciò il mancato Totò è Khomeyni, costui di cui parliamo è, certamente e senza meno, il suo discepolo, epigone e successore, cioè Alì Khamenei.
Per non parlar poi e di più, del giovane e aspirante senatore dei piccoli, quasi fosse un bambino capriccioso ed arrogante anzicchenno`, il quale sol perché, talvolta, si appalesa con un velo di pizzetto, crede di essere D'Artagnan, mentre se si acconcia con un filo di barba incolta, vorrebbe smerciarsi (o spacciarsi) come un presunto (ma non vero e men che mai veritiero) belloccio quarantenne da Costa Azzurra (lì manco se lo filerebbero): amico giovane, prendi atto che al massimo potresti essere un vitellino (non vitellone) da Costa Viola, cioè a Reggio Calabria, dove avresti più dimestichezza, perché a Roma ti perderesti in un batti baleno, per finire a Valle Giulia che scambieresti per Via Giulia.
Sempre nella città dello stretto, si aggira come una lepre (anzi un leporino!), l'esperto di food&beverage, il quale pensa si essere un intellettuale, un'analista, un politico e uno statista, mentre alla fin fine è solamente la materializzazione ambulante del vespasiano romano (termine in capo all'Urbe antica).


A proposito, secondo la vulgata del giornale on line diretto da una frigida platinata, opera, in terra calabra, persino un Kingmaker, così come lo definiscono, pomposamente, gli operatori di questa (non) testata -ma lo prenderanno per i fondelli? E a lui piacerà? Mah...vai a saperlo!- anche se a parer mio, vi è poco, proprio poco, di cui essere orgogliosi e vanagloriosi, nell'incensare (e farsi incensare) quando si tenta di piazzare (e al popolo appioppare) un congiunto in Parlamento.


E poi per fare cosa? Il parlamentare o il piastrellista? Mistero!
Bene, ho fatto solo qualche esempio, ma ve ne sarebbero altri e altri ancora ve ne saranno dopo la presentazione ufficiale delle liste -e in quel momento ulteriori sconsolati ilarità manifesteremo (per esorcizzare un disastro reale) ed in luogo al dolore degli esclusi last minute, benché certi in precedenza, poiché forti della loro supponente arroganza e di un diritto che certo non avevano- ma la gente sappia tutto e in me troverà chi le cose le dice e sempre le dirà.
Con coraggio e verità, perché anche e soprattutto questo significa fare ed essere la politica.

 

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