Sono stati giorni di passione, oserei dire estenuanti, per il dott. Giuseppe Mangialavori, il quale -mi perdenora`... sennò ciccia (come si dice a Roma, ovvero la città della Presidente del Consiglio)- non appello con il titolo di onorevole, poiché esso (cioè il titolo succitato), risulta difficile riconoscerlo, non solo a lui, ma a suoi molti consimili, che occupano uno scranno in Parlamento.
Difatti, non sono eletti, bensì nominati per cooptazione, in quanto l'Italia -ahime` e ahinoi!- è l'unico Paese al mondo (non solo nel novero delle democrazie vere ed avanzate, ma pure tra i regimi dittatoriali o le varie 'democrature'), in cui i parlamentari -quando vi sono- vengono 'calati dall'alto', cioè imposti dai captaz degli (pesudo)partiti, giammai scelti, liberamente e con espressione di preferenza, dal corpo elettorale, cioè i cittadini elettori.
La 'quaestio' ha una sua (il)logica motivazione, proprio perché alle latitudini italoforzute, sin dai suoi (discutibili?) albori, si è imposto siffatto malcostume, avendo -da sempre!- Berlusconi, la necessità di trovarsi, in Parlamento (dove si legifera, perciò nel tempio laico della democrazia), gente compiacente (ovviamente, politicamente parlando), oppure controllabile (sempre, politicamente parlando), insomma mutuando la logica aziendalista, nelle istituzioni (di conseguenza, vilipese, secondo una vulgata comune), 'l'homus Arcoriens', desidera dipendenti e (forse?) suffragetti.
Tale distorsione elettoral costituzionale, alla fin fine è stata, non indotta, bensì instillata -goccia a goccia- alla stregua di un veleno, in tutte le altre forze (para)politiche, le quali, patti chiari, ne hanno usufruito per intero, eppure non è affatto encomiabile, un comportamento simile, così come nessuno ha mai voluto, veramente, mettere mano ad una serie riforma della materia, ritornando al principio di selezione democratica della classe dirigente, attraverso il ripristino di una legge proporzionale con annesse le preferenze.
Purtroppo, a fronte di giustificatio per tale abominio, ci si propina a noi tutti, un discutibile refrain, ovvero che ciò -quanto da me e da molti auspicato, praticamente il sistema elettorale di cui accennato in chiosa, nel precedente capoverso- sia prodromico al malaffare e anatemizzato al pari dello sterco del diavolo, sicché ciascuno trova una posticcia scusa, alfine di lavarsi una coscienza sporca.
Ma, per quanto paradossale sia e richiamando in causa proprio il maligno (non Berlusconi, ma il demonio), è proprio il metodo coopativo a far pagare 'dazio' (presuntamente politico, oppure para o pseudo tale), ad uno degli usufruttuari di esplicitato marchingegno, perché -al pari di un vecchio adagio, molto diffuso a Bovalino...e non solo!- il diavolo fa le pontele e non i coperchi!
Parliamoci chiaro, non credo che il -ceratamente non povero...in tutti i sensi!- 'Mangnatravagli' o Mangialavori -poco importa come lui si chiami- possa essere un delinquente o un mafioso (tra l'altro, giustamente, così come dice il diretto interessato, non risulta...al momento, nemmeno indagato!), eppure è stato escluso, dal Governo Meloni, come Sottosegretario l'altroieri e persino come Ministro la scorsa settimana.
Sul punto, sono emerse varie ipotesi, che considero strumentali, financo surreali, poiché costui non può essere un mafioso o uno che fiancheggia ambienti simili e di seguito, glielo spiego subito, con dimostrazione, non empirica -in quanto non intraneo, il sottoscritto ad ambienti simili- ma razionalstorica.
Il 'berluscones' vibonese, non ha le fattezze e le credibilità per assolvere a simil ruoli, oppure requisiti di tal -disdicevolissima!- fatta, cioè è privo dei presumibilmente conosciuti illeciti ed illegali requisiti, insomma non è credibile una cosa del genere.
La mafia, che deve essere combattuta sempre e comunque -noi siamo lo Stato!- proprio perché è una cosa seria, maledettamente seria e pericolosa, non si affiderebbe mai ad un provincialotto, dai suoi detrattori 'dipinto' astioso o altezzoso, pur se io non ho la riprova, poiché non lo conosco (lui bazzica un mondo limitato, viceversa dal sottoscritto che sta, sia tra la propria gente, che nel jet set internazionale), anche perché a Roma, costui, non conta nulla, al di là delle foto che smercia con Bruno Vespa -da me, si conosciuto e anche bene- il quale, però, non si nega a nessuno, quando va in Parlamento, alfine di avere notizie per i suoi libri.
Parliamoci chiaro, 'Mangiacomesichiama', ha un solo referente, ovvero la Ronzulli e forse -dico forse!- qualche altro peones suo collega pro tempore, al massimo, se telefona, gli risponde Roberto Occhiuto, ma poi -visti gli eventi dei giorni scorsi e la mancata nomina del vibonese- non sappiamo nemmeno se il momentaneo Presidente della Regione è ascoltato o gli sia, veramente, amico.
Suvvia, tutti costoro, non sono assimilabili ad un mondo brutto e cruento, qual'e` la Mafia, perché Mangialavori, benché medico, non è uno con il sinistro e deprecabile 'phisique di role' di un altro medico, ovvero Michele Navarra di Corleone, il quale era davvero un boss pericoloso.
Si abbia credibilità, quando si getta fango su qualcuno, in questo caso, il minuto Mangialavori, che non merita una simile campagna di fango oltraggiosa e melmosa, dandogli pure la caratura -deprecabile- che non gli appartiene, né per vita, né per storia.
Ma si può mai immaginare una Mafia che si affida ad un periferico mediconzolo, il quale è un esperto di radiografie alle tette (infatti è senologo, apparentemente affermato), quindi non utile a questi criminali di elevato ordine e grado, nemmeno per una perizia, posticcia, apocrifa e falsa, perciò di favore?
Cioè è mai possibile, descrivere uno così, nella maniera in cui è stato dipinto dai giornali nazionali, al netto della reazione che ha avuto (cioè la querela a Repubblica), senza accorgersi, che, egli stesso, stava cadendo nella trappola di chi gli ha imbastito 'la polpetta avvelenata'?
Può sembrare, ed essere, il tal tapino, un pericoloso qualsiasi?
Fate vobis, ma con realismo, please!
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