La politica calabrese si appresta a rientrare nei ritmi ordinari. Dopo la breve ma intensa campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento, negli schieramenti e nei partiti è l’ora dell’analisi del voto e della “conta”. L’attenzione generale è rivolta al risiko delle trattative romane per la nascita del governo e all’ufficializzazione degli eletti alla Camera e al Senato, ufficializzazione attesa nei prossimi giorni alla fine dei conteggi e del riparto dei seggi da parte della Cassazione. Non sono esclusi ripescaggi che potrebbero mutare il quadro degli equilibri interni alle coalizioni e ai partiti: per quanto riguarda la Calabria, fonti accreditate sostengono che a sperare in un ingresso in Parlamento ci sono vari candidati inizialmente esclusi, come Fulvia Caligiuri e Andrea Gentile di Forza Italia ed Enza Bruno Bossio del Pd.
I verdetti, al netto di probabili ricorsi, comunque potrebbero arrivare entro la metà di ottobre, quindi a seguire si potranno dipanare gli effetti delle Politiche sugli assetti alla Regione. Il voto del 15 settembre ha confermato in Calabria la supremazia del centrodestra, con Fratelli d’Italia in netta crescita ma con una Forza Italia che ha ottenuto un ottimo risultato che ha rafforzato la leadership del governatore Roberto Occhiuto, mentre la Lega ha subìto un calo abbastanza evidente.
Sul fronte Giunta, comunque, secondo gli analisti politici non dovrebbero esserci scossoni, e del resto lo ha fatto capire lo stesso Occhiuto nella sua prima dichiarazione “politica” post voto: non si profila nessuna rivoluzione, nel senso – spiegano fonti del centrodestra regionale – che non ci sarà un rimpasto ma una mera sostituzione (“integrazione”, l’ha definita ieri Occhiuto) dei due assessori eletti, Tilde Minasi e Fausto Orsomarso.
Anche la tempistica non sarà rapidissima, perché Occhiuto - a quanto risulta – verosimilmente attenderà la conclusione delle trattative per la formazione del governo prima di procedere al ritocco della squadra di governo limitato alle due pedine da surrogare. Prevedibile dunque l’ingresso in Giunta di un esponente della Lega in luogo di Minasi e di un esponente di Fratelli d’Italia in luogo di Orsomarso, senza ulteriori movimenti (se non di deleghe tra il presidente e gli assessori).
Più articolata appare la partita in Consiglio regionale, perché qui ci saranno da sostituire due eletti – Simona Loizzo della Lega e Giovanni Arruzzolo – che sono anche capigruppo dei rispettivi partiti e la loro surroga potrebbe determinare una modifica delle attuali presidenze di commissione, ma anche qui per gli addetti ai lavori è probabile che la maggioranza non procederà a stravolgimenti nell’immediato, rinviando scelte più profonde al giro di boa della legislatura (come da prassi). In alcuni settori del centrodestra non manca chi spinge per una rivisitazione più complessiva degli assetti della maggioranza regionale, alla luce del dato elettorale della Lega, uscita indebolita dalle urne in Calabria e attraversata da tensioni interne legate anche alle critiche ai vertici leghisti espresse già prima delle elezioni da uno dei big del Carroccio calabrese, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che ha stretto un asse molto forte con il governatore forzista Occhiuto.
Ma difficilmente questo pressing produrrà effetti. Anche perché le partite sul tavolo sono tante – ci sono da definire a breve anche alcune nomine negli enti di sottogoverno della Regione – e nella maggioranza di centrodestra l’esigenza è quella di mantenere il più possibile intatto lo status quo.