“È fondamentale che le forze politiche e il Governo fronteggino la crisi energetica che ha effetti devastanti sull’economia nazionale. Ma appena si potrà trarre un respiro di sollievo, Governo, Parlamento, forze economiche e sociali dovranno mettere mano a un ‘Patto’ per il superamento delle contrapposizioni Nord-Sud che fanno dell’Italia un’anatra zoppa in Europa. Un ‘Patto Nord-Sud’ per supportare l’apparato produttivo del Nord, perché riprenda la crescita, e per dare prospettive di futuro a un pezzo del Paese che ha il motore spento da anni e che, con i divari infrastrutturali e generazionali accumulati da decenni, è sempre più distante da tutto e tutti. E che, come scrive la Svimez, rischia di diventare ‘un buco nero sempre più spopolato’, dove chi nasce vive in condizioni difficili e per avere opportunità è costretto alla fuga".
Così in una nota Francesco Pitaro, candidato al Senato per il Pd nel collegio Catanzaro-Vibo-Reggio.
"La sfida delle classi dirigenti, preso atto del fallimento del modello di ‘sviluppo duale’ del Paese che investendo solo al Nord e tralasciando il Sud ha generato le due Italie diseguali, non può che essere questa.
È impossibile ricostruire l’economia nazionale senza dare impulso alle potenzialità di crescita del Sud e l’Italia cresce se cresce il Sud. Pertanto, la discussione sul riassetto delle competenze e le richieste delle Regioni più ricche, che premono per l’ ‘autonomia differenziata’ volta a contrarre il contributo di solidarietà e che se applicata differenzierebbe i diritti dei cittadini in base ai territori in cui risiedono, va inserita nel quadro degli interessi generali del Paese.
E, per essere utile agli italiani, deve includere, prima di tutto, la definizione dei ‘Livelli essenziali delle prestazioni’, la costituzione del Fondo perequativo previsto dall'articolo 119 della Costituzione per le Regioni con minore capacità fiscale e il superamento dell’aberrazione della spesa storica che assegna più risorse a chi ha più servizi e diritti di cittadinanza.
Al punto in cui siamo, non è sufficiente, se l’Italia vuole continuare a occupare un posto nel gruppo di testa delle nazioni del mondo, soltanto l’integrazione del Sud nel resto della Penisola. È l’Italia nel suo insieme che va ripensata alla luce di un nuovo modello di sviluppo ispirato ai valori costituzionali e all’Europa solidale del Next Generation Ue. Questa è la sfida delle classi dirigenti, del Nord e anche del Sud”.
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