Rispondendo all’invito dell’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Calabria, Gianluca Gallo, la Cisl ha inviato un proprio contributo di riflessioni e proposte al Tavolo 4, istituito per la programmazione dei fondi comunitari 2021-2027 sulla coesione sociale.
«Abbiamo apprezzato – afferma Tonino Russo, Segretario generale di Cisl Calabria – la scelta dell’Assessore Gallo di coinvolgere le organizzazioni del sociale nel percorso sulla destinazione dei fondi comunitari. Quello della partecipazione attiva dei cittadini è un metodo che la Cisl condivide in pieno e che ha sempre sostenuto. Per questo, partendo dalla scheda “Una Calabria più sociale” elaborata dall’Assessorato, proponiamo alcune prime riflessioni sul disagio e sulle politiche di intervento mirate a rispondere ai bisogni del territorio.
La Cisl – prosegue Russo – evidenza innanzitutto la necessità di evitare squilibri nella distribuzione dei servizi socioassistenziali: nel numero delle strutture presenti sui diversi territori, tipologie delle strutture preposte all’accoglienza, nelle fasce di età destinatarie (minori, adulti, anziani), nei servizi per specifiche problematiche sociosanitarie e socioassistenziali (disabilità e non autosufficienza, donne vittime di violenza, minori in stato di abbandono e incuria o che necessitano di servizi socio-educativi, comunità e gruppi appartamento con finalità altamente specialistiche).
La Cisl evidenzia, inoltre, l’urgenza di procedere ad un’attenta analisi dei bisogni nei territori, quindi all’elaborazione di strategie e servizi innovativi in risposta a tali bisogni.
Una riflessione specifica – sottolinea il Segretario generale della Cisl calabrese – va fatta sulle strutture diurne, o “semiresidenziali”, attualmente distribuite senza una logica di equilibrio territoriale. Si tratta di strutture da potenziare e valorizzare per la loro capacità di mantenere le persone nel proprio contesto ambientale, senza sradicarle dalle abitazioni e dalle comunità di appartenenza, al contrario delle strutture residenziali che, pur talvolta necessarie soprattutto per le persone anziane non autosufficienti, restano luoghi di istituzionalizzazione secondo logiche custodialistiche, nonostante i buoni propositi. Tra l’altro, molti problemi potrebbero essere affrontati più efficacemente attraverso una sapiente organizzazione assistenziale che alterni e integri il centro diurno con il servizio domiciliare, importante alternativa al ricovero. Peraltro, queste soluzioni comportano un notevole risparmio di spesa.
A queste realtà semiresidenziali la Cisl suggerisce che la Regione assicuri un’adeguata assistenza tecnica, in vista del necessario adeguamento ai nuovi requisiti organizzativi e strutturali, per evitarne dopo il 31/12/2022 l’automatica chiusura con conseguenze drammatiche su utenza, lavoratori e imprese. Inoltre, per un sostegno al gravoso impegno finanziario derivante dagli adeguamenti ai nuovi requisiti, sarebbe opportuno predisporre un bando per l’assegnazione di finanziamenti con fondi POR FESR iv (OS 4, Politica di Coesione), eventualmente attingendo anche al POR 2020 opportunamente riprogrammato. Si potrebbero così realizzare interventi riparativi e di ammodernamento e introdurre attrezzature e tecnologie innovative in termini di risparmio energetico, domotica, mobilità e teleassistenza, in grado di assicurare una migliore qualità della vita agli ospiti, nonché promuovere nuove forme di servizi come l’housing sociale e l’integrazione dei servizi domiciliari con le strutture diurne semiresidenziali, in funzione delle esigenze degli utenti.
Di particolare interesse è per la Cisl la previsione, nella scheda proposta dall’Assessore, di Centri per la famiglia a supporto dei nuclei familiari multiproblematici, che costituiscono una forma di servizio adeguata alle esigenze reali delle famiglie di oggi.
La complessa opera di costruzione di un sistema di welfare ben organizzato ed efficiente sarà la sfida dei prossimi anni: certe rivoluzioni – si sottolinea nel contributo della Cisl sulle politiche sociali regionali – non si possono attuare solo con strumenti legislativi e regolamentari, ma anche con il lavoro paziente e costante delle organizzazioni sociali in tutti i luoghi dove si decidono e si svolgono i processi di programmazione e attuazione della governance, sia in sede regionale che territoriale, con i Piani di Zona.
Nel testo la Cisl, presente in prima linea territori calabresi – evidenzia infine Tonino Russo –, offre la propria collaborazione per un welfare adeguato soprattutto alle esigenze di coloro i quali vivono in difficoltà per circostanze ambientali, economiche, sanitarie, culturali: il fine è sottrarli il più possibile a condizioni di emarginazione e promuovere percorsi di autonomia».
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