Porto di Catanzaro. Le liti della burocrazia e l'indifferenza della politica: una storia di incredibili ritardi

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Porto di Catanzaro. Le liti della burocrazia e l'indifferenza della politica: una storia di incredibili ritardi

  09 maggio 2021 11:28

Burocrazia litigiosa, ritardi, indecisione politica. E’ il mix di elementi che ha più volte fatto incagliare il progetto del completamento del porto di Catanzaro. Un finanziamento da 20 milioni di euro assegnato nel lontano 2012. Passano tre anni prima che la Regione decreti l’assoggettabilità dell’opera a VIA, la procedura per la valutazione di impatto ambientale. Da quel momento ne passano altri quattro, e siamo arrivati al 2019, per la presentazione del progetto definitivo.

Banner

LEGGI QUI L'INTERVISTA AD ABRAMO: PERSO TANTO TEMPO, LAVORI IN 18 MESI

Banner

LEGGI QUI. A CHE PUNTO SIAMO: LE RICHIESTE DEL MINISTERO PER L'AUTORIZZAZIONE

Banner

Precisazione: il porto di Casciolino è di rilevanza regionale e viene inserito in un secondo momento nei fondi POR, ma il Comune di Catanzaro è indicato come soggetto attuatore dell’appalto. Siamo ad ottobre 2019. Il 20 ottobre il sindaco Abramo presenta in una conferenza stampa il progetto definitivo, un giorno dopo il vicepresidente della Giunta regionale Francesco Russo ribadisce come il porto faccia parte del programma di attuazione del Piano trasporti regionali. A quel punto, gli uffici del settore Urbanistica di Catanzaro provano ad andare avanti con i successivi passaggi amministrativi. Dopo alcune richieste non riscontrate, il municipio attiva la richiesta del P.A.U.R. che consentirebbe di inglobare sia il progetto definitivo e sia la VIA. Dopo mesi di impasse, si risveglia la Regione, parliamo del dipartimento Ambiente che con una nota del 26 febbraio gela il comune. L’attribuzione sulla VIA non è più regionale ma statale. Nel 2017, è intervenuta una modifica normativa che assegna al ministero dell’Ambiente e Tutela del mare la competenza a decidere sui porti ‘con funzione peschereccia’. Così almeno viene inteso. Il Comune di Catanzaro prova a reagire e contesta questa decisione della Regione. Il porto di Catanzaro, nato come porto rifugio, avrà con le opere di completamento prevalente finalità turistica non peschereccia. Nei lavori sono previsti l’aggiunta di altri pontili, la riqualificazione viaria dell’area antistante. Inoltre, a sostegno della tesi comunale, ci sarebbe una disciplina transitoria applicabile ai procedimenti già avviati, tant’è che il Comune aveva già versato gli oneri istruttori alla Regione. Ma la nota di febbraio della Regione aveva fra i destinatari lo stesso ministero che all’improvviso, e siamo a giugno del 2020, sposa la tesi della Cittadella e conferma la ‘sua’ competenza sul porto di Casciolino. Tutta l’estate prosegue con un ping pong fra il dirigente dell’Urbanistica del Comune di Catanzaro che prova a spiegare le sue ragioni, la Regione che se ne lava definitivamente le mani e il ministero che si esprime in maniera definitiva soltanto il 22 settembre 2020, ribadendo la competenza statale. Risultato? Il Comune di Catanzaro ha dovuto avviare la procedura VIA presso l’apposita Commissione del ministero (che costerà dei soldini). Si è perso praticamente un anno perché la burocrazia regionale e comunale ha litigato sull’interpretazione di una norma intervenuta in secondo momento.

 

E i tempi dei lavori del porto si sono allungati. Paradosso: la Regione, che dovrebbe avere l’interesse prioritario sul porto di Casciolino (il Comune è soltanto soggetto attuatore) non ha politicamente ritenuto di impegnarsi sul progetto. E questo indipendentemente dai colori politici, la presentazione del progetto definitivo è caduta nel corso della legislatura di centrosinistra a guida Oliverio, mentre la ‘dismissione’ della pratica è tecnicamente avvenuta quando la guida della Cittadella è passata al centrodestra. Dopo l’affermazione della competenza statale e il cambio di dirigente comunale responsabile sul progetto, è iniziata la nuova partita al ministero. E’ stata indetta e convocata la conferenza dei servizi a dicembre 2020. Nel frattempo, ed arriviamo al 2021, è iniziata l’interlocuzione con la commissione Via. Gli ultimi, atti risalgono a poche settimane fa con le richieste di aggiornamento su: piano di caratterizzazione aggiornato, i dati di aria e rumore e la biocenosi, il censimento sulla presenza di una pianta marina. Ancora la partita è lunga.

 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner