Porto di Gioia Tauro, Mancuso e i capigruppo insieme il 17 ottobre per "stoppare la direttiva UE fit for 55"

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Filippo Mancuso ed i capigruppo di centrodestra in seno al Consiglio Regionale

Si tratta della direttiva che minaccia la competitività degli scali di transhipment europei, incluso il Porto calabrese.

  11 ottobre 2023 15:22

Il presidente Filippo Mancuso e i capigruppo di centrodestra in Consiglio regionale Michele Comito (FI), Giuseppe Neri (Fd’I), Giuseppe Gelardi (Lega), Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Giuseppe Graziano (Unione di Centro) e Giuseppe De Nisi (Coraggio Italia), parteciperanno alla mobilitazione del 17 marzo a Gioia Tauro, “per stoppare - asseriscono -l’applicazione della direttiva Ue ‘Fit For 55’ che minaccia danni irreversibili all’economia prodotta dall’infrastruttura portuale principale della Calabria e, più in generale, a tutte le infrastrutture portuali italiane, oltre che all’economie di tutti i paesi ospitanti analoghi realtà portuali”. 

Il presidente del Consiglio e i capigruppo del centrodestra (che hanno già presentato a Palazzo Campanella una mozione dal titolo: ‘Applicazione della direttiva comunitaria ‘Fit for 55’ - Possibili conseguenze all’infrastruttura portuale di Gioia Tauro’), hanno approfondito i termini della “grave problematica” in un’apposita riunione. 

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E sostenuto che: “Rendere più conveniente, per i grandi vettori marittimi, utilizzare porti di transhipment extraeuropei piuttosto che quelli comunitari, significa generare un’inaccettabile e consistente perdita di competitività degli scali europei, incluso il Porto di Gioia Tauro, una vera eccellenza della Calabria, del Sud e dell’Italia”.   

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Infine: “Imporre un tributo esoso per i mercantili che scelgono di fare scalo nei porti europei del Mediterraneo, prima di approdare in quelli del Nord Europa o americani, è una scelta dissennata che non contribuisce a ridurre le emissioni di Co2. Ma soprattutto, arrecando un danno all’economia del settore e all’indotto, riflette la distanza tra la visione burocratica dell’Europa e gli interessi reali dei Paese aderenti. Una scelta che giustamente il presidente Occhiuto ha definito ‘un’ecofollia’ e che, dunque, necessita di correttivi tempestivi”. 

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